Descrizione morfologica
Adulto
La nutria, chiamata comunemente castorino, è un grosso roditore originario del Sud America, pesa mediamente 6-7 kg, fino a un massimo di 10 kg. Gli individui delle popolazioni europee pesano circa il 25% in più rispetto a quelli delle popolazioni di origine. Il maschio è più grande delle femmine.
La testa porta delle piccole orecchie tonde, sono evidenti i denti incisivi, di coloro arancione, piuttosto lunghi. Essendo un abile nuotatore, la morfologia ha delle caratteristiche adeguate al mezzo in cui passa parte del tempo. Le orecchie, infatti, gli occhi e le narici hanno una posizione sulla testa in modo da essere tenuti al di fuori dell’acqua quando l’animale nuota. La bocca porta delle labbra chiudibili dietro agli incisivi cosicché l’animale possa nutrirsi di piante sott’acqua.
I piedi posteriori sono palmati per permette un agile nuoto, la pelliccia è impermeabile ed è costituita da due tipi di peli: peli lunghi, rigidi e radi di color bruno-giallastro o bruno-rossastro e sottopelo più corto, fitto e soffice di colore grigio scuro, che non si bagna.
Il mento è ricoperto di peli biancastri.
La femmina possiede 8-10 mammelle in posizione dorso-laterale. Secondo alcuni questo permetterebbe di allattare anche durante il nuoto, altri invece pensano che questa posizione permetta alla femmina di rimane in stato di allerta anche durante l’allattamento.
Individui giovani
Appena nato il piccolo è ricoperto di pelo ed ha gli occhi aperti.
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Biologia e comportamento
La specie vive in coppie o piccoli gruppi formati da diverse femmine imparentate tra loro, in condizioni ambientali favorevoli la presenza di molti individui comporta che questi gruppi vivano nelle immediate vicinanze e quindi diano l’impressione di costituire un unico grande gruppo.
I maschi sono spesso solitari ed erratici.
Il maschio frequenta un territorio abitato da più femmine con le quali si accoppia. L’accoppiamento può avvenire durante tutto l’anno ma la maggior parte delle nascite si concentra nei mesi di maggio e settembre/novembre.
La gestazione dura 132 giorni, avvengono almeno due parti all’anno, nascono in media 5 piccoli per parto fino a un massimo osservato di 11 cuccioli.
La nutria utilizza ripari di due tipi: tane scavate nel terreno con gallerie del diametro di circa 20-30 cm, che possiedono diverse entrare per la maggior parte sommerse dall’acqua, oppure ripari in una specie di nido ricoperto dalle canne sia sulla terraferma sia su piattaforme galleggianti. è in grado di utilizzare anche tane di altri animali come rifugio.
Ha attività notturna, anche se non è raro vederla durante il giorno soprattutto nei periodi freddi.
Negli ultimi anni in tante zone si spinge anche lungo i torrenti in collina.
La maggior parte del suo tempo lo passa a nuotare o brucare le piante acquatiche. Può rimanere in immersione anche per più di 10 minuti.
Il freddo intenso è il principale fattore limitante non avendo nei nostri ambienti predatori in grado di regolarne la popolazione. Infatti, sebbene soprattutto i giovani possano essere cacciati da cani, volpi e lontre i prelievi non hanno nessuna efficacia.
Ambienti frequentati
La nutria è legata all’acqua, le colonie vivono nelle zone umide, lungo i fiumi, i torrenti, gli invasi artificiali dove trova cibo sufficiente e la corrente dell’acqua non è forte.
Materiali attaccati
La nutria è erbivora, nei paesi di origine si nutre solo di piante acquatiche, mentre in Europa la specie si è adattata e ha ampliato notevolmente lo spettro di piante di cui si ciba, aspetto che le ha permesso di diffondersi in ampi areali. La pianta acquatica maggiormente sfruttata è la cannuccia di palude, ma rientrano nella dieta delle nutrie anche le graminacee dei prati coltivati, i cereali compresi riso e mais, girasole, barbabietola da zucchero e tra le orticole, carote e cicoria.
Note
La specie è originaria dell’America del Sud e, attualmente, è diffusa ovunque nel mondo, tranne in Australia, Antartide e Nuova Zelanda. L’Uomo ha introdotto la nutria in Europa a scopi commerciali (carne e pelliccia). Non essendosi la nutria rilevata economicamente così interessante come previsto, vi sono stati dei rilasci in natura, delle fughe e anche delle introduzioni intenzionali per contenere la vegetazione dei bacini acquatici.
Danni
La nutria è una specie alloctona, nei nostri ambienti non ha ancora predatori efficaci e quindi la sua introduzione in ecosistemi europei ha comportato negli anni a un continuo aumento della popolazione.
I danni che la nutria provoca sono di diverso tipo (Bertolino e Genovesi, 2007): si tratta di danni ambientali, alle colture, alle infrastrutture idrauliche e problemi sanitari.
La nutria si ciba di piante acquatiche, per la maggior parte rappresentate dalla cannuccia di palude, anch’essa considerata specie invasiva, ma, in tante aree umide, la nutria si ciba anche a carico di specie di particolare interesse naturalistico come l’iris acquatico (Iris pseudacorus) e il nannufaro (Nuphar lutea) (Prigioni et al., 2005) e quando le popolazioni sono eccessivamente numerose anche la cannuccia subisce danni.
L’eccessiva pressione su una determinata zona umida comporta il consumo elevato della vegetazione con la conseguenza di determinarne una forte frammentazione. La drastica diminuzione delle piante acquatiche causa numerosi problemi che si ripercuotono su tutti gli animali (soprattutto uccelli, pesci e invertebrati) che utilizzano queste piante come anello della catena alimentare, luogo di riproduzione o luogo di riposo.
L’impatto che viene attribuito alla nutria sulla fauna, in particolare sugli uccelli che nidificano nei canneti, è dovuto al fatto che questa specie utilizza le piattaforme come aree di riposo, dove gli individui stazionano anche per pulirsi. In questi casi disturbano la nidificazione e rompono o fanno affondare le uova (Bertolino et al., 2011).
In Italia, i danni maggiori alle colture causati dalle nutrie riguardano il riso, la barbabietola da zucchero, la carota e la cicoria (Panzacchi et al., 2007), mentre in Francia la nutria danneggia principalmente mais e girasole.
I danni alle infrastrutture idrauliche derivano dall’abitudine della nutria di scavare i cunicoli nel terreno degli argini con la conseguente infiltrazione di acqua. Ciò ne compromette la stabilità, causando degli smottamenti più o meno gravi e rotture.
La nutria, inoltre, può rappresentare un serbatoio per la Fasciola hepatica, parassita dei condotti biliari di ruminanti ed equini, raramente maiali e accidentalmente anche dell’uomo. Inoltre può trasmettere zoonosi batteriche come la leptospirosi e la tularemia o febbre dei conigli, causata dal batterio Francisella tularensis.