I benefici dell’arrivo della bella stagione sono certamente moltissimi, ma … vi è il rovescio della medaglia: anche le zanzare apprezzano i mesi estivi e proliferano negli stessi ambienti dove l’Uomo vive, con un velocità impressionante.
Basti pensare che, ad alte temperature, le zanzare sono in grado di portare a termine ben 17 generazioni, in effetti in piena estate certe specie compiono l’intero ciclo in una settimana! Le femmine hanno bisogno di un pasto di sangue per la maturazione delle uova, pertanto sono attirate da animali a sangue caldo su cui nutrirsi, l’Uomo in primis, ma vengono punti anche animali domestici come cani, cavalli,…. I maschi non pungono e si nutrono di liquidi zuccherini.
Eravamo abituati a considerare le zanzare un problema delle ore serali, in realtà negli ultimi tempi con l’introduzione accidentale di nuove specie (la zanzara tigre, ad esempio) non c’è modo di sfuggire alle loro punture neanche nelle ore diurne.
Gli adulti adorano i giardini, i sentieri e i parchi dove trovano frescura e ombra tra la vegetazione, ma ultimamente si trovano in abbondanza anche in zone meno ombrose come i parcheggi, le piazze assolate e le ampie aree delle zone industriali.
Inoltre, attirate dalla presenza di esseri umani, penetrano nelle abitazioni e rendono insonni le notti degli occupanti.
Il ciclo vitale della zanzara è indissolubilmente legato all’acqua: uovo, larva e pupa vivono in essa. I cittadini vengono in contatto con gli adulti e spesso sottovalutano l’importanza che l’acqua riveste per questi insetti; ne bastano pochi ml per permettere alla zanzara di proliferare e ogni cavità anche piccola, in grado di contenerne un po’, è idonea per la deposizione delle uova. Le cavità in cui può ristagnare l’acqua sono veramente molteplici e spesso non a tutte si presta la dovuta attenzione: in un cortile di casa le zanzare possono svilupparsi nei sottovasi, annaffiatoi, secchi e bacinelle, anfore e rocce ornamentali, abbeveratoi per animali, tombini pluviali, grondaie otturate, laghetti artificiali. In altri ambienti i rifiuti abbandonati presentano parecchie cavità in cui ristagna l’acqua; lattine, bottiglie, barattoli, teli di plastica, bicchieri, pneumatici usati, ….
Nei piazzali delle aziende macchinari dismessi, contenitori di vario genere, imballaggi, teli di plastica che ricoprono materiali e ogni altro spazio che può contenere acqua rappresentano fonti di infestazione.
Se si considera che oltre alle fastidiose punture le zanzare trasmettono malattie serie per la salute dell’Uomo e per alcuni animali domestici ecco che la prevenzione e la lotta diventano indispensabili.
La prevenzione si effettua eliminando tutti i ristagni e, se per alcuni diventa un po’ difficile, sicuramente per la maggior parte si può fare: serve solo un po’ di attenzione. Non è necessario rifiutarsi di annaffiare le piante per evitare l’acqua nei sottovasi, basta svuotarli spesso e cambiare spesso l’acqua in tutti quei contenitori dove è necessario tenere il prezioso liquido in continuazione. Inoltre per un’efficace lotta è necessario che tutti, pubblico e privato, agiscano correttamente e all’unisono sia con il contenimento delle larve sia con i trattamenti adulticidi, altrimenti si otterrà sì un abbassamento della popolazione ma si avranno sempre focolai in cui le zanzare prolificano. I trattamenti contro le larve devono essere effettuati in tutti i possibili focolai (tombini, caditoie, sottovasi, laghetti e raccolte varie di acqua). I formulati disponibili sono diversi, sia naturali sia di sintesi. Dopo aver attuato tutte le possibili azioni di prevenzione, è opportuno valutare attentamente quali possano essere le conseguenze di un trattamento sull’ambiente circostante e seguire le indicazioni riportate in etichetta.
I trattamenti adulticidi devono essere effettuati solo se effettivamente necessari (presenza di numerose zanzare adulte o necessità di bonificare un ambiente). E’ opportuno impiegare prodotti abbattenti e compatibili con gli ambienti trattati, avendo cura di utilizzare idonee attrezzature così da ottimizzare i risultati dell’intervento.