Topi e ratti sono mammiferi, quindi animali a sangue caldo, appartenenti all’Ordine Rodentia, diffusi in ogni angolo della Terra. Alcune specie, dette sinantrope, vivono a stretto contatto con l’uomo e alle sue attività dalle quali traggono sostentamento e rifugio. Tale vicinanza, da sempre fastidiosa per l’uomo, ha creato un forte interesse verso questi roditori e nei secoli è stata causa di leggende e credenze popolari. Ancora oggi è molto facile sentire storie su topi e ratti, esseri che sempre trasmettono un fascino magico e inquietante.
La leggenda dei topi “assaggiatori”
L’idea che all’interno di una colonia ci siano degli individui disposti a “sacrificarsi” assaggiando il cibo prima dei capi colonia (in modo analogo a quanto avveniva, nei secoli passati, nelle corti europee, quando il timore di avvelenamenti criminosi, soprattutto a danno dei sovrani, rendeva necessaria l’esistenza di assaggiatori) affascina da sempre l’opinione pubblica. In realtà ciò non avviene, e alcuni comportamenti sono spiegati dagli equilibri interni della popolazione, dove troviamo le femmine con i piccoli, i maschi dominanti e i maschi subordinati. Questi ultimi non avendo un facile accesso alle risorse alimentari, sono costretti a una spasmodica ricerca di cibo o ad accettare quanto scartato dai dominanti. La presenza di esche rodenticide, specie se di recente introduzione, spesso diventa la loro unica possibilità di nutrimento trasformandoli, di fatto e loro malgrado, in presunti “assaggiatori”.
Il sesto senso dei topi
A topi e ratti viene riconosciuta una sorta di intelligenza che permette di andare oltre il loro istinto. Ad esempio, si pensa che possano rifiutare il cibo toccato dall’uomo o che possano evitare un erogatore perché percepiscono che è stato collocato lì da un nemico. In realtà non vi è alcun nesso tra l’odore lasciato dall’operatore e il fatto che il posizionamento dell’esca non funzioni. La raccomandazione è sempre quella di usare dei guanti per maneggiare le esche rodenticide ma esclusivamente per la sicurezza dell’operatore, non per “ingannare” i topi.
Prendere i topi per la gola
Topi e ratti sono animali dall’olfatto molto sviluppato e il gusto sembra essere un senso altrettanto importante. Alcuni operatori, però, vantano una vasta conoscenza dei gusti e delle preferenze “gastronomiche” dei topi. Da ciò nascono diversi confronti riguardo all’appetibilità delle esche rodenticide e la loro distinzione tra “buone” e “cattive”.
è bene ricordare che l’appetibilità di un’esca è sempre correlata alla competizione alimentare presente sul sito di intervento, tanto che ogni tipo di esca può dare risultati imprevedibili in presenza di altre fonti di cibo. Probabilmente, il gusto più efficace è quello che si avvicina maggiormente alla tipologia di cibo abitualmente consumato in un determinato ambiente.
La “forza” degli ultrasuoni
Un altro senso ben utilizzato dai roditori è l’udito, tanto da far ritenere che l’impiego di ultrasuoni riesca ad allontanarli da un ambiente. Le prove effettuate hanno dimostrato che questo sistema è in grado di rallentare l’attività delle popolazioni nei primi due giorni, ma successivamente si riscontra un ritorno alle condizioni di normalità. In questo caso ad avere la meglio è la capacità di adattamento di questi animali che non hanno problemi ad “abituarsi” alla presenza di questi suoni fastidiosi.
Morte “solitaria”
Sono in molti a credere anche che topi e ratti, una volta ingerita un’esca rodenticida, si isolino per morire fuori dagli edifici. Su questo non vi è nessuna prova scientifica e i ritrovamenti non permettono di capire il comportamento di un roditore intossicato. Alcuni, infatti, vengono ritrovati all’interno del proprio rifugio, altri non vengono ritrovati affatto. A queste osservazioni si aggiunge la difficoltà nel censire le popolazioni numericamente rendendo queste conclusioni approssimative e prive di fondamento scientifico.
Topi e ratti sporchi?
Infine, tutti pensano che topi e ratti siano animali sporchi. In realtà presentano una spiccata propensione alla pulizia e dedicano normalmente del tempo alla cura del loro corpo. Purtroppo, una volta che si insediano nei luoghi antropizzati, i rischi per la salute dell’uomo e di altri animali derivano dall’alta probabilità di “raccogliere” batteri e altri patogeni, o di diventare vettori di insetti fastidiosi e talora almeno potenzialmente pericolosi.