Gli pseudocereali sono quelle piante che producono semi contenenti amido utili per l’alimentazione umana, escludendo i cereali, i legumi, i semi oleosi e i semi a guscio (Wrigley et al., 2016).
La parola ‘cereali’ richiama esclusivamente l’affinità nutrizionale che essi hanno con i cereali tradizionali, anche se si tratta di piante e quindi di semi totalmente differenti dai cereali propriamente detti. Gli pseudocereali hanno guadagnato in pochi anni un’immensa popolarità per le loro caratteristiche nutrizionali particolarmente importanti nelle nuove diete “gluten-free” poiché i prodotti senza glutine a base di cereali risultano molto sbilanciati dal punto di vista nutrizionale (Alvarez-Jubete et al., 2009).
Gli pseudocereali maggiormente diffusi sono la quinoa, l’amaranto e il grano saraceno. Se quest’ultimo è presente sul mercato italiano da parecchio tempo ed è anche coltivato in Italia, non si può dire altrettanto di quinoa e amaranto. Questi infatti sono stati introdotti su larga scala sul mercato italiano solo di recente e la maggior parte viene importata dai paesi tradizionalmente produttori, come ad esempio il sud America per la quinoa.
Sugli scaffali del supermercato si trovano prodotti alternativi ai classici semi come la chia, il miglio, il teff, la canapa, sempre più popolari per le loro qualità nutrizionali.
Gli insetti delle derrate tipici dei nostri areali come si comportano nei confronti di questi nuovi prodotti?
Una ricerca condotta presso il DIPROVES dell’Università Cattolica di Piacenza ha dimostrato come alcune specie di infestanti primari delle derrate alimentari, come ad esempio Plodia interpunctella, siano in grado di attaccare a livello di semi integri alcuni prodotti come la quinoa, portando a termine il ciclo, seppur in alcuni casi con una certa difficoltà; mentre altre specie come ad esempio Sitophilus granarius non sono in grado di svilupparsi su amaranto. Questo a dimostrazione del fatto che insetti tipici di un determinato areale sono in grado di sviluppare un forte senso di adattamento per alimentarsi su derrate di nuova introduzione, e sui derivati l’adattabilità dei fitofagi secondari potrebbe essere maggiore.
Per questo motivo è bene monitorare costantemente anche questi prodotti per scongiurare infestazioni che ne possono causare l’incommerciabilità.
Inoltre è opportuno ricordare che, essendo derrate provenienti da altri continenti, possono veicolare infestanti tipici dei loro areali di produzione e quindi introdurre nel nostro paese infestanti alloctoni. Il monitoraggio circa le possibili infestazioni a cui possono andare incontro questi prodotti è necessario in tutte le fasi della filiera alimentare, non solo nei centri di stoccaggio, nelle industrie di trasformazione, nei supermercati ma anche nella dispensa di casa, per evitare brutte sorprese.