Il packaging degli alimenti, che sia per lo stoccaggio nei magazzini o per la vendita al consumatore finale, non sempre riesce a impedire agli insetti dannosi di penetrare nelle confezioni. Ciò è causa di ingenti danni economici in quanto le derrate inquinate risultano invendibili, contribuendo ad aggravare il problema dello spreco alimentare in tutto il pianeta.
Nel libro “Stored Product Protection” (capitolo 12) edito nel 2012 dalla Kansas State University e curato da Hagstrum e i collaboratori Mullen, Vardeman e Bagwell riportano un’interessante lista di specie suddivise per capacità di penetrare o invadere le confezioni degli alimenti. Nel caso di insetti “penetratori” essi sono capaci di forare letteralmente le confezioni ed entrare a nutrirsi delle derrate ivi contenute o magari, in caso di femmine, a deporvi le uova. Nel caso invece di insetti “invasori”, essi sono capaci di entrare nelle confezioni approfittando di piccole aperture già presenti, magari solo ampliandole. Naturalmente parecchie specie sono in grado di comportarsi nell’uno e nell’altro modo – come riportato nell’elenco a piè di pagina – e naturalmente un insetto “penetratore” non avrà difficoltà alcuna ad essere anche “invasore”. Per svolgere l’una o/e l’altra attività, ma di certo soprattutto quella di perforazione, è necessario che l’insetto in quel particolare stadio di sviluppo sia dotato di apparato boccale masticatore, con mandibole più o meno adatte allo scopo.
Le confezioni che normalmente si trovano sugli scaffali dei supermercati non sono indenni da questi attacchi. Il Prof. Süss e i suoi collaboratori hanno presentato alla Conferenza IOBC tenutasi a Pisa nel settembre 2019 i risultati di una ricerca dove sono stati posti a confronto 3 tipi di materiali utilizzati per il packaging della pasta per studiarne la resistenza alla penetrazione da parte di 2 specie: larve di Plodia interpunctella ed esemplari adulti di Sitophilus oryzae. I materiali saggiati sono stati: cartone, plastica e carta plastificata con presenza/assenza di micropori.
I risultati ottenuti hanno mostrato come la presenza dei micropori nel materiale di confezionamento abbia reso il packaging mediamente più sensibile alla penetrazione delle 2 specie rispetto alle confezioni senza micropori. La carta plastificata è risultata il materiale più sensibile, mentre le scatole di cartone le più resistenti.
Lo studio dei cosiddetti “smart packaging” risulta essere quindi particolarmente interessante per ovviare a questo problema, tenendo conto anche delle esigenze di mantenimento del prodotto e di contenimento dei costi di confezionamento.
Specie in grado di forare le confezioni con il loro apparato boccale:
Tribolium castaneum e Tribolium confusum, Trogoderma glabrum, Sitophilus oryzae, Cadra cautella, Plodia interpunctella, Rhyzopertha dominica, Tenebroides mauritanicus, Stegobium paniceum.
Specie in grado di entrare nelle confezioni da piccole aperture:
Tribolium castaneum e Tribolium confusum, Oryzaephilus mercator e Oryzaephilus surinamensis, Cadra cautella, Plodia interpunctella, Cathartus quadricollis, Cryptolestes pusillus, Corcyra cephalonica.
Süss L., Cagnola A., Zanoni D., Cassani G., 2019 – Resistance test for different pasta packagings to the massive and repeated attack by Plodia interpunctella larvae (Lepidoptera: Pyralidae) and Sitophilus oryzae adults (Coleoptera: Dryophthoridae). IOBC-WPRS – 12th Conference of the Working Group Integrated Protection of Stored Product.