A volte capita che dopo un trattamento, anche effettuato con un formulato ampiamente testato ed efficace, il risultato non sia soddisfacente. La prima reazione è quella di pensare che proprio quel flacone ha qualche problema e che a causa di esso si dovrà ripetere il trattamento. In realtà è invece probabile che, nella programmazione dell’intervento, non sia stata scelta correttamente l’attrezzatura più idonea da impiegare.
La prima considerazione da fare riguarda naturalmente qual è l’infestante da controllare e in che stadio si trova. Ogni insetto ha comportamenti diversi e proprio nelle specificità dobbiamo ricercare il punto debole per conseguire un facile successo. Per quanto riguarda l’attrezzatura da impiegare la valutazione è più semplice andando principalmente a distinguere se si tratta di insetto volante o di insetto strisciante, ovvero se si vuole erogare una soluzione che resti in sospensione nell’aria o se deve distribuirsi in maniera uniforme su una superficie.
Per i trattamenti contro insetti volanti, si deve distinguere tra quelli che mirano al controllo nella fase di volo e quelli che mirano al controllo nella fase di riposo. Nel primo caso l’attrezzatura deve essere in grado di erogare la soluzione in particelle piccole e molto piccole, rispettivamente nell’ordine di 30-100 µm ( ebbie bagnate, ad esempio prodotte dagli atomizzatori in forma di flusso d’aria turbolento) e minori di 20 µm (nebbie ultra basso volume, ULV, sia fredde che calde). Ricordiamo che le nebbie bagnate (30-100 µm) trovano il loro impiego in esterni e in ambienti semiaperti in cui c’è una notevole presenza di individui, mentre le nebbie ULV vengono impiegate in interni verso insetti che si spostano in volo più lentamente.
Nel secondo caso, l’attrezzatura deve garantire la distribuzione della soluzione sulla superficie di appoggio fino a bagnarla, quindi potrà erogare gocce più grandi, tra i 200 e i 400 µm, come possibile con una normale pompa a precompressione, con una lancia o con gli stessi atomizzatori considerando sempre la tipologia dell’ambiente di applicazione. Una nota particolare è necessaria a riguardo dei trattamenti del verde dove gli infestanti tendono a nascondersi tra la vegetazione, come ad esempio nel caso delle zanzare adulte. In questi casi un flusso turbolento generato da un atomizzatore, permette una maggiore penetrazione e copertura totale della superficie fogliare che non si riuscirebbe ad ottenere utilizzando una lancia o una pompa a precompressione.
Nel caso di trattamenti contro gli insetti striscianti l’attrezzatura deve garantire la distribuzione della soluzione sulla superficie di appoggio fino a bagnarla quindi, come già detto, è possibile utilizzare una pompa a precompressione, una lancia o un atomizzatore in funzione della tipologia dell’ambiente. In tutti i casi, un elemento di fondamentale importanza, è che le attrezzature siano regolarmente funzionanti per garantire sia la grandezza delle gocce che la capacità di distribuire la soluzione in maniera uniforme.
Va posta molta attenzione quando si impiegano soluzioni aeriformi (fumi e aerosol) ricordando sempre le leggi della fisica che portano i fumi verso l’alto e gli aerosol verso il basso, quindi decidere cosa usare dopo aver individuato dove si nascondono gli insetti da controllare. Infine, in ambienti interni, è opportuno ricordare che difficilmente una soluzione, qualunque sia il suo stato fisico, penetri ovunque fino a raggiungere tutti gli “angoli nascosti” dove gli insetti trovano normalmente rifugio, come ad esempio le blatte negli anfratti del muro in cartongesso o dietro il perlinato.