Gli insetti sono animali molto piccoli e nella maggior parte dei casi anche molto schivi. Hanno un ciclo biologico particolare e quasi sempre ci accorgiamo della loro presenza solo quando mangiano le nostre piante, ad esempio, oppure come nel caso delle zanzare quando parte del loro cibo siamo noi, nel senso che ci pungono per succhiare il nostro sangue, necessario per la maturazione delle loro uova e quindi indispensabile per la loro riproduzione.
Pur accorgendoci delle zanzare solo quando veniamo punti, dobbiamo ricordarci che il loro ciclo biologico non comprende solo l’adulto. La maggior parte di noi non vedendo né uova, né larve, né pupe, perché sono piccole, non volano e stanno nell’acqua (nel caso delle uova alcune specie non depongono sul pelo dell’acqua ma in vicinanza di essa), crede che non ci siano. E invece, le infestazioni di zanzare raggiungono il culmine quando fa molto caldo e proprio perché tutto quello che è successo prima che prendano il volo è stato ignorato.
Se vuoi sapere di più come prevenire e trattare le infestazioni di zanzare leggi i seguenti articoli:
- • Azioni di eliminazione dei focolai di zanzare
- • Zanzare, le azioni necessarie per proteggere la collettività
- • L’importanza della tempestività dei trattamenti antizanzara
L’elevato potenziale di infestazione delle zanzare (soprattutto di alcune specie) è un insieme di caratteristiche come:
- • la capacità di compiere numerose generazioni all’anno
- • l’incredibile capacità delle uova di resistere in caso di condizioni non ottimali (es. siccità) aspettando il momento opportuno per la schiusa
- • la capacità di deporre centinaia di uova (elevata prolificità, in alcune specie)
- • la capacità di sfruttare acque di diverso tipo a seconda della specie (stagnante, scorrevole, con tanta o poca sostanza organica, in bacini grandi o anche piccolissimi, ecc.)
Tutto dipende dalle condizioni ambientali e quando si manifestano i primi innalzamenti di temperatura le zanzare svernanti (alcune specie allo stadio adulto, altre come uovo) sono pronte a rimettersi in attività facendo partire la crescita esponenziale del numero di individui in grado di ovideporre.
Intervenire oculatamente ed eliminare i primi focolai larvali interrompe l’aumento esponenziale degli individui. Ma allora perché a volte non si interviene?
In molte situazioni i ritardi con cui si affrontano le questioni sono il segno tangibile di una mancanza di programmazione che sia sintesi delle peculiarità del problema da affrontare.
Se è vero, come già detto, che per la maggior parte delle persone le zanzare esistono solo se pungono, non sono però giustificabili i ritardi con cui molte amministrazioni locali stabiliscono sia i tempi di espletamento delle gare per l’appalto dei servizi, sia la partenza delle campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione.
Si è appurato che il precoce innalzamento stagionale delle temperature medie, che sta caratterizzando le nostre latitudini, ha anche un effetto sulle popolazioni di zanzare che hanno anticipato i tempi di ripresa della loro attività.
In passato iniziare una lotta larvicida nel mese di maggio poteva portare a risultati soddisfacenti. Oggi è necessario che la stessa attività inizi in anticipo, magari già dal mese di marzo e comunque quando le temperature iniziano ad alzarsi.
L’indicazione di esperti e tecnici è chiara: l’attività di prevenzione individuabile, anche ma non solo, nella lotta larvicida porta a risultati di gran lunga superiori rispetto alle “storiche” campagne adulticide a calendario degli anni passati.
Da ciò nasce l’esigenza che la pubblica amministrazione, centrale o regionale, definisca dei protocolli di lotta ordinari che obblighino le amministrazioni locali a compiere tutti gli atti amministrativi necessari affinché le ditte aggiudicatarie dei servizi di controllo possano far partire la loro attività nei momenti congrui con i nuovi tempi biologici delle zanzare.