Le zanzare appartengono ai Ditteri, sono quindi insetti olometaboli, con una metamorfosi completa e stadi prima dell’adulto molto diversi dall’adulto stesso. Lo stadio che nasce dall’uovo è una larva di dimensioni molto piccole che si lascia cadere nell’acqua, sulla cui superficie o in prossimità della quale le uova sono state deposte, e comincia la sua vita indissolubilmente legata a questo elemento. Si tratta infatti di insetti anfibiotici, acquaioli negli stadi giovanili; senza acqua una larva di zanzara muore in pochi minuti.
Ma come fa una larva a respirare nell’acqua?
Per poter sopravvivere immerse nell’acqua, le larve hanno strutture particolari che permettono loro di captare ossigeno dall’aria. Sul penultimo segmento dell’addome si trova una specie di tubo cilindrico o conico, detto “sifone”, all’estremità del quale sono presenti aperture (stigmi) che permettono all’insetto di respirare solo però quando la larva si “appende” a testa in giù al di sotto del pelo dell’acqua. Ma il meccanismo è talmente perfetto che il sifone possiede delle particolari valvole (valve perispiracolari) che circondano l’apertura e che si possono chiudere e aprire, come fanno i petali di un fiore, per impedire l’entrata accidentale dell’acqua che soffocherebbe l’insetto. Inoltre queste valve sono rivestite da una sostanza idrorepellente e possiedono una particolare setola in grado di rompere il pelo dell’acqua, quando la larva si “appende”, in modo da permettere alla larva di respirare.
L’ultimo segmento dell’addome porta pennacchi di setole e processi di forma conica e flessibile disposti attorno all’apertura anale, denominati “branchie anali o papille anali”. La funzione di queste riguarda l’assorbimento attivo di ioni cloro presenti a basse concentrazioni nelle acque (Beyenbach, 2016). Il loro corpo ha forma allungata, non sono provviste di zampe e presentano il torace più largo rispetto al resto del corpo. Il capo è rotondo, in genere nelle diverse specie sono visibili gli occhi perché sono di colore più scuro del resto del corpo, che assume una colorazione giallastra-nocciola chiaro. Il corpo è provvisto di ciuffi di lunghi peli.
Che cosa mangia nell’acqua una larva?
Per respirare la larva è costretta a tornare in superficie ma non sempre in questa posizione trova il cibo necessario, per cui ha necessità di spostarsi nell’acqua. Le larve hanno un apparato boccale in grado di filtrare e quindi ingoiare piccole particelle di sostanza organica e microrganismi presenti nell’acqua, di cui si nutrono. Tra le tante specie esistenti al mondo, ce ne sono alcune che predano altre larve di zanzare e altre che sono fitofaghe e si nutrono ad esempio di alghe e foglie che attaccano con le mandibole. Nelle specie che si nutrono di detriti e microrganismi in sospensione, il labbro superiore dell’apertura boccale è dotato di complessi di peli che servono per facilitare l’ingestione del cibo. Le larve sono buone “nuotatrici” e quando si sentono disturbate sono in grado di nuotare velocemente in profondità per sfuggire alla minaccia: è sufficiente avvicinarsi a una pozza di acqua infestata e l’ombra proiettata sulla superficie scatena immediatamente l’istinto di fuga.
A che cosa servono?
Sono molte le persone che si chiedono a che cosa servano le zanzare, generalmente riferendosi ai molesti adulti che si preferirebbe non esistessero. Un profano potrebbe porre lo stesso quesito anche per le larve. Le larve delle zanzare fungono da nutrimento per parecchie altre specie come ad esempio altri invertebrati acquatici o acquaioli nonché i pesci, le anatre ecc., che a loro volta servono da nutrimento per altri animali, entrando così a far parte della complessa e fondamentale catena alimentare che caratterizza ogni ecosistema. Inoltre possono essere annoverate tra i degradatori di sostanza organica. A seconda della posizione che la larva assume al di sotto del pelo dell’acqua si possono distinguere i generi di appartenenza: ad esempio le larve delle zanzare del genere Anopheles assumono una posizione parallela alla superficie dell’acqua mentre le larve dei generi Culex e Aëdes si dispongono in modo che l’asse del loro corpo formi un angolo acuto con l’asse della superfice dell’acqua.