L’attività del disinfestatore è sempre stata associata alla distribuzione di prodotti letali per il controllo degli infestanti. L’immaginario, piuttosto negativo, dell’opinione pubblica ha delle ragioni ataviche come lo è la vecchia lotta tra umani e animali infestanti.
Infatti, nella storia della professione del disinfestatore, un ruolo caratterizzante lo hanno avuto i prodotti utilizzati che, per necessità e virtù, sono sostanze idonee per nuocere a quegli artropodi e roditori che sono pericolosi per la salute dell’uomo e degli animali o sono causa di danni di vario tipo.
Questo immaginario è ormai superato: da oltre un ventennio, principalmente grazie all’attività del legislatore, il profilo del “disinfestatore” ha assunto caratteristiche completamente nuove che fanno dell’attenzione verso i cittadini, il mondo animale e verso l’ambiente (e tutto ciò che questo comprende), il cardine di una nuova professionalità.
Non è un caso che oggi non si parli più di disinfestatore ma di professionista nella gestione degli organismi infestanti e che la disinfestazione sia diventata una strategia di gestione basata su piani di lotta integrata, nei quali i prodotti chimici di sintesi sono solo una delle armi a disposizione, da impiegare sempre con grande attenzione.
All’interno di questo nuovo scenario, è diventata fondamentale l’attività di mitigazione del rischio nell’impiegare i formulati insetticidi e rodenticidi.
L’attività di revisione delle sostanze attive presenti nei formulati ha diminuito numericamente quelle utilizzabili, lasciando disponibili solo quelle che presentano un profilo tossicologico e ambientale favorevole. Resta comunque il fatto che, anche queste ultime, devono sempre essere impiegate con attenzione.
Il legislatore e le varie associazioni interessate hanno perciò sviluppato linee guida europee e nazionali, principalmente per il mondo dell’agricoltura, ma anche per l’industria alimentare e zootecnica e per il settore civile, che ricercano nella mitigazione del rischio le migliori pratiche di lotta agli infestanti. Ricordiamo che gli infestanti sono organismi eterogenei che troviamo in ambienti con peculiarità diverse.
In questa costante diversità di organismi nocivi e situazioni, gli operatori del settore devono dimostrarsi abili professionisti capaci di comprendere per poi progettare i piani di gestione. In pratica è il professionista che deve farsi carico, in ogni singola situazione, di operare mitigando i rischi e pericoli conseguenti alla sua attività.
La prima attenzione deve essere posta verso la gestione della capacità portante dell’ambiente dove è chiamato a operare, in relazione ai singoli infestanti presenti o potenziali. Le azioni di miglioramento ambientale, infatti, sono da considerarsi a pieno titolo operazioni di gestione degli infestanti. Queste devono essere affiancate sempre da un’attività di monitoraggio, atta a verificare sia la presenza di eventuali infestanti e i reali punti di infestazione sia la bontà delle scelte progettuali individuate.
In questo contesto, l’impiego di formulati insetticidi o rodenticidi diventa un’azione correttiva atta ad aumentare e velocizzare la mortalità degli organismi infestanti, solo se sono presenti. In un’ottica di mitigazione del rischio, la scelta dei formulati deve essere accurata, sia in relazione all’infestante da contrastare sia relativamente al profilo tossicologico, come anche deve esserlo la scelta della metodica di applicazione. Quindi grande attenzione al formulato e all’attrezzatura che ne consente una migliore distribuzione.
In futuro la professionalità degli operatori sarà necessariamente valutata anche in base a come gestiranno il rischio. Programmare piani di gestione valutando tutti i fattori in gioco significa operare in Qualità (e la Norma 16636 è documento testimoniale) e quindi, nessuno può smentirlo, questo approccio diventa la giusta strada da percorrere.