L’acaro rosso del pollo, Dermanyssus gallinae, è un infestante molto temuto negli allevamenti avicoli di tutto il mondo: si tratta infatti del più diffuso parassita esterno dei polli. In Italia si stima che sia infestato circa l’80% degli allevamenti soprattutto di galline ovaiole.
Infesta il pollame di allevamento e anche uccelli selvatici; inoltre è stato segnalato su cavalli e roditori. Se non ha a disposizione gli ospiti preferiti può pungere anche l’uomo.
Appartiene alla famiglia Dermanissidi e talvolta è chiamato impropriamente pidocchio rosso del pollo.
Sono acari piuttosto piccoli e hanno tegumento molliccio; le femmine adulte sono lunghe 0,6 – 0,8 mm ma raggiungono 1 mm e poco più dopo essersi nutrite; i maschi sono più piccoli delle femmine (0,5 mm) e da adulti non si nutrono. Sono di colore biancastro, ma le femmine dopo il pasto di sangue assumono una colorazione rossastra.
Date le dimensioni e la colorazione biancastra, a meno che non vi siano forti infestazioni, caso in cui la specie genera “assembramenti” di migliaia di individui, sono difficili da individuare. Questo significa che spesso gli acari possono infestare un ambiente molto prima che ci si accorga della loro presenza.
Quando le condizioni ambientali sono favorevoli, cioè in ambienti caldi e umidi, hanno un ciclo molto rapido che permette alla specie di dar vita a infestazioni molto forti in breve tempo (una generazione si sviluppa in 7 giorni circa).
Non vivono sempre sull’ospite ma lo raggiungono solo per nutrirsi, stazionando su di esso per circa mezz’ora, di solito di notte; per il resto del tempo stanno annidati in anfratti, fessure, crepe degli ambienti ma anche nei piccoli spazi tipici delle strutture che ospitano le galline ovaiole e nella lettiera. Sono in grado di rimanere vivi senza nutrirsi anche per più di 9 mesi. Per questo loro comportamento sono piuttosto difficili da raggiungere con i trattamenti e la disinfestazione degli ambienti non sempre ottiene i risultati sperati.
Questo acaro contamina scatole, cartoni per le uova e altri oggetti che possono essere trasferiti da un reparto all’altro o da un’azienda all’altra favorendo così la disseminazione. Anche i mezzi di trasporto del pollame possono veicolare le infestazioni così come le persone che visitano diversi allevamenti possono essere vettori inconsapevoli dell’acaro. Sembra che l’acaro sia maggiormente diffuso in allevamenti estensivi.
Causano enormi danni, sia diretti quale la sottrazione di sangue, sia indiretti quali la trasmissione di patogeni anche gravi come le salmonelle.
Infestazioni importanti possono determinare agli animali anemie così gravi da portarli a morte.
Infestazioni limitate influenzano negativamente la produzione di uova, in quanto causano nervosismo e stress fra il pollame tanto da scatenare beccate insistenti tra individui; numerose sono infatti le uova scartate per le macchie di sangue che si trovano sulla loro superficie.
La disinfestazione degli allevamenti infestati va affrontata con competenza, utilizzando sapientemente prodotti chimici e trattamenti fisici come le alte temperature, agendo non di fretta ma minuziosamente per andare a raggiungere tutte quelle zone dove questi acari si annidano, altrimenti il trattamento colpisce solo una piccola parte degli infestanti e non risulta per niente efficace.
Sono noti fenomeni di resistenza ad alcuni principi attivi tradizionalmente impiegati nell’eradicazione delle infestazioni, mentre è dimostrata l’efficacia delle alte temperature per la loro eliminazione.
Metodi alternativi ai tradizionali sono allo studio in vari paesi europei, ad esempio lotta biologica mediante acari predatori innocui per il pollame, o anche vaccini anti-acaro.