Nell’evoluzione continua verso la propria organizzazione, la Natura si è dotata di incredibili strumenti. Tra questi, molto importanti, sono quelli definibili “limitatori”, elementi equilibratori delle popolazioni che agiscono con il fine di impedire ad una specie una abnorme proliferazione.
Per i “tarli del legno”, i Coleotteri xilofagi, esistono degli Imenotteri del genere Sclerodermus, appartenenti alla famiglia dei Betilidi, che si sviluppano ospiti delle loro larve. Secondo il sito “fauna europeae” in Europa sono presenti 23 specie appartenenti a questo genere, mentre in Italia sembrano essere presenti solo 4 specie: S. abdominalis, S. cereicollis, S. fonscolombei e S. fuscicornis.
Sono insetti di forma stretta e lunga (circa 1 mm di larghezza per 2 di lunghezza), privi di ali e somiglianti alle formiche con cui spesso vengono scambiati. Le femmine con l’ovodepositore pungono le larve di coleotteri, ma anche di lepidotteri, inoculando un veleno paralizzante e, successivamente, deponendovi le uova. Così la larva diventa il substrato di sviluppo e nutrimento della nuova generazione di Scleroderma.
In ambienti in cui sono presenti legni o mobili infestati da individui parassitizzati, la femmina di Scleroderma può pungere anche l’uomo e iniettare il suo veleno, infliggendo punture piuttosto dolorose.
Il risultato sono ponfi anche piuttosto evidenti, rossastri, pruriginosi, che, nel peggiore dei casi, possono essere causa di reazioni allergiche.
Anche coloro che lavorano con mobili antichi come i restauratori o i venditori sono esposti a questo tipo di problemi, tanto da essere considerata per queste categorie una malattia professionale.
Papini (2014) riporta un caso clinico di un uomo punto da Scerodermus sp.: le punture, dolorose al punto da far accorgere il soggetto, sono avvenute durante il giorno sul dorso, addome, braccia e cosce. Il malcapitato è riuscito a catturare un esemplare responsabile della puntura. Riguardo alla composizione del veleno di questa specie, poco si conosce.
Scleroderma è un vero problema per coloro che lavorano con mobili antichi, come i restauratori o i venditori, che sono esposti al rischio di essere punti, tanto da essere considerata malattia professionale.