I funghi entomopatogeni sono noti sin dalla prima metà dell’800; gli insetti infatti, come tutti gli organismi animali e vegetali, possono in taluni casi essere aggrediti da funghi parassiti che in condizioni particolari li conducono a morte.
Già nel 1835, grazie agli studi del Dott. Agostino Bassi, si scoprì che il mal del segno o calcinaccio del baco da seta, malattia che portava alla distruzione di interi allevamenti, era causata dal fungo Botrytis paradoxa (oggi Beauveria bassiana).
Da qui sull’onda della ricerca di prodotti sempre più “naturali” e a basso impatto ambientale, si è pensato all’utilizzo di funghi per il controllo degli insetti infestanti.
Il primo passo, per consentire un utilizzo su larga scala, è stato quello di puntare su specie e ceppi particolarmente facili da allevare e ad alta efficienza. Negli ultimi anni sono stati allevati e commercializzati Beauveria bassiana e Metarhizium anisopliae, impiegati in agricoltura con buoni risultati.
Un aspetto molto interessante dei funghi entomopatogeni, come Beauveria bassiana e Metarhizium anisopliae, è che questi sono in grado di infettare e uccidere tutti gli stadi degli insetti (uova, larve, adulti) (Alkhaibari et al., 2017).
Interessante è la ricerca di Samuels e colleghi dell’Universidade Estadual do Norte Fluminense Darcy Ribeiro in Brasile, presentata al Congresso europeo di Entomologia svoltosi a Napoli nel luglio 2018, che si concentra sull’uso di blastospore di Metarhizium per il controllo delle larve di Aedes aegypti. è noto che le blastospore di Metarhizium presentano un’alta virulenza, infatti uccidono il 100% delle larve in 24-48 h, ma la loro virulenza diminuisce rapidamente dimezzandosi in circa 12 giorni.
In un’ottica di utilizzo sempre maggiore e più efficace di questi funghi entomopatogeni, si rende necessario:
– prolungare la loro persistenza in campo, a tale scopo i ricercatori stanno pensando a metodi di incapsulamento del fungo
– adottare metodi efficaci per infettare l’insetto, si stanno infatti testando diversi metodi per infettare le zanzare basati sulla distribuzione di funghi su superfici su cui le zanzare si appoggiano; in particolare, test di laboratorio e di campo sono stati effettuati con buoni risultati, utilizzando tessuti di colore nero e impregnati di un attrattivo sintetico AtrAedes®. I test pur promettenti, non possono però dichiararsi conclusi.
L’immissione sul mercato di questi prodotti permetterà agli operatori del settore, dopo opportuna formazione, di poter scegliere diversi approcci per la lotta delle zanzare, apportando inoltre importanti vantaggi sia per quanto riguarda l’efficacia dei trattamenti sia per quanto riguarda l’impatto sulla salute dell’uomo e sull’ambiente.