La nutria è una specie alloctona, nei nostri ambienti non ha ancora predatori efficaci e quindi la sua introduzione in ecosistemi europei ha comportato negli anni a un continuo aumento della popolazione.
I danni che la nutria provoca sono di diverso tipo (Bertolino e Genovesi, 2007): si tratta di danni ambientali, alle colture, alle infrastrutture idrauliche e problemi sanitari.
La nutria si ciba di piante acquatiche, per la maggior parte rappresentate dalla cannuccia di palude, anch’essa considerata specie invasiva, ma, in tante aree umide, la nutria si ciba anche a carico di specie di particolare interesse naturalistico come l’iris acquatico (Iris pseudacorus) e il nannufaro (Nuphar lutea) (Prigioni et al., 2005) e quando le popolazioni sono eccessivamente numerose anche la cannuccia subisce danni.
L’eccessiva pressione su una determinata zona umida comporta il consumo elevato della vegetazione con la conseguenza di determinarne una forte frammentazione. La drastica diminuzione delle piante acquatiche causa numerosi problemi che si ripercuotono su tutti gli animali (soprattutto uccelli, pesci e invertebrati) che utilizzano queste piante come anello della catena alimentare, luogo di riproduzione o luogo di riposo.
L’impatto che viene attribuito alla nutria sulla fauna, in particolare sugli uccelli che nidificano nei canneti, è dovuto al fatto che questa specie utilizza le piattaforme come aree di riposo, dove gli individui stazionano anche per pulirsi. In questi casi disturbano la nidificazione e rompono o fanno affondare le uova (Bertolino et al., 2011).
In Italia, i danni maggiori alle colture causati dalle nutrie riguardano il riso, la barbabietola da zucchero, la carota e la cicoria (Panzacchi et al., 2007), mentre in Francia la nutria danneggia principalmente mais e girasole.
I danni alle infrastrutture idrauliche derivano dall’abitudine della nutria di scavare i cunicoli nel terreno degli argini con la conseguente infiltrazione di acqua. Ciò ne compromette la stabilità, causando degli smottamenti più o meno gravi e rotture.
La nutria, inoltre, può rappresentare un serbatoio per la Fasciola hepatica, parassita dei condotti biliari di ruminanti ed equini, raramente maiali e accidentalmente anche dell’uomo. Inoltre può trasmettere zoonosi batteriche come la leptospirosi e la tularemia o febbre dei conigli, causata dal batterio Francisella tularensis.