Gibbium psylloides è un piccolo insetto dalla morfologia piuttosto singolare. Appartiene all’Ordine dei Coleotteri; In passato veniva considerato appartenente alla famiglia degli Ptinidi, famiglia nota nel mondo delle derrate immagazzinate perché annovera 24 specie infestanti di tali prodotti. Oggi questa famiglia è stata inglobata nella famiglia degli Anobidi.
Il Gibbium psylloides è un coleottero di piccole dimensioni (circa 3 mm), dal corpo globoso e antenne e zampe molto lunghe e sottili, tanto che spesso viene scambiato per un piccolo ragno o una zecca. Non è in grado di volare perché ha le elitre saldate tra loro.
Il suo aspetto così particolare lo rende molto ben riconoscibile.
La specie è polifaga e quindi si nutre di numerosissimi materiali organici, tra cui detriticoli sia di origine vegetale che animale, per questo si trova anche nell’industria alimentare. Alcune volte questo insetto può essere rinvenuto nelle abitazioni, pur non essendone un infestante tipico e in certi casi anche in ambienti di conservazione di beni culturali dove sono stati segnalati danni ai libri conservati. Difficilmente dà origine a infestazioni importanti.
è caratterizzato da un ciclo di sviluppo che può raggiungere i 18 mesi, in condizioni non particolarmente favorevoli. In generale è considerato più come fastidioso che nocivo.
Gli adulti rifuggono fortemente la luce, motivo per cui rimangono nascosti negli anfratti. Per questo non è molto facile vederli alla loro prima comparsa. Si muovono piuttosto lentamente, sono gregari e preferiscono annidarsi in luoghi ombrosi e umidi; sopportano piuttosto bene il freddo e gli adulti sono longevi, pertanto, la loro presenza in un edificio si protrae nel tempo. Inoltre, possono vivere a lungo anche senza cibo.
è una specie diffusa in tutta Europa, soprattutto nelle aree più calde dove è presente anche in natura. La ricerca non si è occupata particolarmente di questa specie, la maggior parte dei pochi lavori pubblicati risale a tantissimi anni fa. Sarà interessante verificare se, con il cambiamento climatico e in particolare nelle stagioni più calde, l’areale della specie e la sua abbondanza anche nell’ambiente esterno subiranno delle modificazioni.