Gli insetti, seppur molto piccoli, sono organismi complessi e possiedono un insieme di organi di senso diversificati che permettono loro di percepire tutti gli stimoli ambientali: stimoli chimici (olfattivi e gustativi) assai eterogenei, percezione della gravità, percezione della luce polarizzata e così via.
L’elaborazione tramite il sistema nervoso di tutte queste informazioni provenienti dall’ambiente esterno permette all’insetto di attuare decisioni che riguardano il proprio comportamento.
In genere gli insetti non si spostano a caso. Essi, infatti, si spostano alla ricerca di cibo, di acqua, di un posto dove fare il nido o deporre le uova, oppure per fuggire da possibili predatori.
Ma come fanno a orientarsi? Chi ha visto il film documentario pluripremiato “Microcosmo, il popolo dell’erba” ricorderà la scena in cui un ciuffo d’erba per un insetto rappresenta una foresta. Si tratta di dimensioni relative. Gli insetti sono molto piccoli e il loro raggio di attività nel loro ambiente vitale può essere, di conseguenza, molto limitato. Ma non sempre è così: vi sono specie che possono spostarsi su distanze di chilometri, e altre che sanno compiere migrazioni che le portano a sorvolare i mari.
L’orientamento è definito come la capacità e l’attività di controllo di una posizione e di un’attitudine nello spazio e nel tempo sulla base e con l’aiuto di stimoli interni ed esterni.
L’orientamento degli insetti nello spazio è argomento indagato da tempo e riguarda diverse aree di studio.
Si può parlare di orientamento chimico, orientamento gravitazionale, orientamento astronomico, orientamento di posizione, orientamento grazie alla luce polarizzata e così via.
Ad esempio, quando un insetto segue una traccia odorosa – sia essa emessa da una probabile fonte di cibo oppure da una femmina come richiamo sessuale per i maschi della sua specie, oppure da un erogatore di feromone utilizzato nelle trappole, per monitoraggio o per cattura massale – segue molecole chimiche che percepisce con l’olfatto e che gli permettono di orientarsi verso un obiettivo. Le capacità di orientamento variano da specie a specie in relazione alle differenti esigenze vitali. Da questo punto di vista, le api, insetti altamente sociali, mostrano un comportamento molto complesso.
Esse hanno dovuto sviluppare una capacità di orientamento notevole per raccogliere il nettare e il polline. Devono infatti obbligatoriamente uscire dall’alveare, volare nell’ambiente circostante, raggiungere le fonti di approvvigionamento e ritrovare poi la via del ritorno. Per orientarsi in volo ed effettuare spostamenti non casuali nello spazio, le api sfruttano diversi sistemi: percepiscono la radiazione luminosa solare anche nella sua componente ultravioletta non visibile all’uomo, percepiscono la polarizzazione della luce solare anche quando il cielo è nuvoloso e sanno distinguere gli elementi strutturali del paesaggio come sagome, come ad esempio gli alberi, i cespugli e le case.
Quando si avvicinano a un fiore, le api sono in grado di individuare la maggior parte dei colori, in particolare il giallo e il blu, mentre non distinguono il rosso (onde luminose visibili all’uomo, caratterizzate da lunghezza d’onda piuttosto ampia, oltre le quali vi sono i raggi infrarossi).
Anche gli odori per le api assumono una grande importanza: migliaia di sensilli posti sulle antenne permettono loro di raccogliere tantissime informazioni molecolari utili per individuare il fiore di interesse. L’utilizzo dell’odore è talmente importante che, seguendo la scia odorosa emessa dal fiore, l’ape è costretta ad atterrare controvento. è un elemento utilissimo sia alle api, sia ai fiori.
Le api utilizzano per orientarsi, come abbiamo visto, elementi terrestri ma anche elementi celesti come il sole. Dalle famosissime ricerche del premio Nobel Karl von Frisch sappiamo che le api utilizzano il sole come bussola e lo usano per orientarsi in base alla sua posizione. Quando il sole è nascosto da nubi utilizzano il disegno di polarizzazione del cielo prodotto dalla luce solare che filtra attraverso l’atmosfera.
Essendo insetti che vivono in colonie con migliaia di individui, con necessità di approvvigionamento proporzionate alla sopravvivenza pluriennale delle loro cospicue comunità, le api hanno sviluppato anche la capacità di comunicare alle compagne la posizione dei fiori che hanno visitato, ma questa è un’altra storia.