Gli insetticidi agiscono sugli insetti in svariati modi, sia in funzione delle caratteristiche della sostanza attiva che si utilizza ma il raggiungimento del loro sito bersaglio dipende anche dalla loro formulazione. Gli insetticidi formulati sotto forma di gas, o che gassificano una volta immessi nell’ambiente che si vuole trattare (quelli che contengono sostanze con elevata tensione di vapore), agiscono sull’insetto per inalazione, vale a dire penetrano nel corpo dell’insetto attraverso la respirazione.
Gli insetti possiedono un apparato respiratorio molto particolare: sono dotati di una fitta rete di tubi via via più ramificati e sottili, che mettono in comunicazione l’esterno del corpo con le singole cellule dei loro tessuti, permettendo in questo modo all’ossigeno di arrivare direttamente a destinazione senza l’intermediazione di un fluido per il suo trasporto o di sistemi attivi di inspirazione ed espirazione (funzione invece svolta dal sangue e dai polmoni nei mammiferi). Negli insetti l’aria entra nel corpo per diffusione, e per diffusione avvengono gli scambi gassosi.
Le aperture respiratorie esterne, che si trovano in genere sui lati del corpo degli insetti, sono dette stigmi o spiracoli tracheali. Gli insetti primitivi sono dotati di semplici sbocchi delle trachee (specie di tubi che compongono il sistema respiratorio), mentre negli insetti più evoluti queste aperture sono un po’ più complesse e in molti casi dotate di strutture valvolari che permettono allo stigma di chiudersi.
Molti insetti, quando si trovano in presenza di una sostanza tossica, come può essere l’insetticida attivo per inalazione, hanno la possibilità di chiudere gli stigmi e impedire che tale sostanza penetri nell’organismo. Ovviamente questo comportamento non può essere mantenuto all’infinito e, in tempi più o meno brevi, l’insetto è obbligato ad aprire gli stigmi per poter respirare. In questo lasso di tempo, però, è in grado di spostarsi e sottrarsi, almeno in parte e a seconda delle condizioni, all’azione dell’insetticida. Taluni insetti sono dotati anche di ‘sacchi aerei’, dilatazioni tracheali che consentono intervalli più lunghi di chiusura degli stigmi e ‘apnee’ più prolungate, perché viene per così dire immagazzinata una riserva di ossigeno.
Insetti che presentano un alto numero di generazioni hanno maggiore possibilità di sviluppare resistenze a insetticidi, fenomeno noto e basato su precisi meccanismi molecolari. Ma è noto anche un altro meccanismo: l’ormesi (hormesis in inglese). Guedes & Cutler (2013) spiegano che si tratta di una risposta dell’organismo dell’insetto a basse dosi di un agente che causa stress (come può essere appunto un insetticida). La dose sub-letale non uccide l’insetto ma causa reazioni di risposta allo stress che possono essere per esempio un maggior tasso di riproduzione. è stato anche ipotizzato come questo fenomeno possa essere implicato nell’insorgenza della resistenza (Cutler & Rix, 2018).
Tutto ciò a dimostrazione, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che il mondo degli insetti, seppur organismi piccoli e spesso ritenuti insignificanti, sia in realtà molto complesso.