Gli insetti, come tutti gli altri esseri viventi, sono soggetti a meccanismi di regolazione delle popolazioni ad opera di fattori abiotici e biotici. Nell’ambito dei fattori biotici svolgono un ruolo molto importante predatori e parassiti.
Negli insetti assumono una grande importanza i parassitoidi, organismi che differiscono dai parassiti veri e propri perché portano a morte l’ospite (l’insetto parassitizzato, appunto).
In un determinato ambiente la presenza di insetti, fitofagi e non, e dei loro parassitoidi è in equilibrio abbastanza stabile nel tempo, a meno di elementi di disturbo che possono essere di varia natura (trattamenti insetticidi, ad esempio).
I parassitoidi presenti in natura svolgono il loro compito di contenimento delle popolazioni di insetti (anche dannosi) senza tanto clamore e senza l’intervento dell’uomo.
Ma che cosa succede quando si introduce accidentalmente un insetto nuovo in un ambiente che non lo ha mai contemplato prima e che viene magari da molto lontano?
L’ambiente in cui viene introdotto questo insetto alieno, come si definisce attualmente, non è “attrezzato” per mantenere la popolazione di questo nuovo arrivato a livelli accettabili tenendola sotto controllo e, spesso, queste nuove introduzioni nei primi anni generano infestazioni anche piuttosto importanti che vengono rilevate dall’uomo se colpiscono le colture oppure le piante forestali. è il caso di Hyphantria cunea (Ifantria americana), Metcalfa pruinosa o Popillia japonica, solo per citare alcune specie aliene invasive. Essendo introdotti in ambienti nuovi, questi ‘alieni’ non trovano sul posto antagonisti naturali (predatori e soprattutto parassitoidi) che con la loro attività evitino pullulazioni dell’infestante. Nel loro ambiente di origine, invece, questi insetti spesso non danno grossi problemi e sono considerati specie che non interferiscono con le attività economiche dell’uomo.
L’ambiente però ospita predatori e parassitoidi che possono predare oppure svilupparsi a spese di stadi diversi degli insetti dannosi o potenzialmente dannosi. è necessario però un po’ di tempo, soprattutto per i parassitoidi, per “abituarsi” a queste nuove specie e cominciare a svolgere anche su di loro il loro importante compito di contenimento.
Il tempo necessario perché questo avvenga dipende da molti fattori e, se la specie aliena attacca colture con un buon reddito (ad esempio vite, alberi da frutto), non sempre l’ammontare dei danni permette di aspettare che la natura faccia il suo corso.
Spesso sono gli spostamenti degli esseri umani e delle loro merci che causano introduzioni accidentali e quindi è l’uomo che deve intervenire per tentare di porvi rimedio. Uno dei mezzi per fare ciò è quello di introdurre anche l’antagonista o gli antagonisti dell’insetto alieno.