Esistono insetti, a volte bizzarri, che vivono in ambienti particolari e che hanno un ciclo abbastanza sorprendente. È il caso del genere Eristalis.
Questo genere appartiene alla famiglia dei Ditteri Sirfidi, i cui adulti si caratterizzano per la loro livrea molto simile agli imenotteri apoidei, con la quale ingannano molto facilmente i predatori ma anche alcuni studenti in sede di esame di entomologia.
I sirfidi adulti sono insetti utili; forniscono un importante servizio ecosistemico poiché fanno parte del gruppo degli impollinatori. Le larve di molte specie, inoltre, sono predatrici di afidi, contribuendo a tenere sotto controllo le popolazioni di questi esuberanti fitofagi.
Esistono anche specie che hanno larve dai gusti e dai costumi decisamente più particolari. Come appunto le larve del genere Eristalis. Una larva di questo tipo potrebbe essere così brevemente descritta come un salsicciotto con la coda! In effetti la forma della larva matura è proprio questa, una specie di cilindro di colore grigio, che presenta una lunga appendice all’estremità addominale. In inglese la larva di E. tenax (specie molto comune) viene chiamata “rat-tailed maggot” ossia “larva a coda di topo”. In realtà è la pupa che assomiglia più a un topo con la coda rispetto alla larva.
Si tratta di insetti che ecologicamente sfruttano ambienti molto diversi quando sono allo stadio di larva rispetto allo stadio di adulto, esercitando una pressione ambientale fortemente differenziata.
Le larva di E. tenax vivono nell’acqua sporca ma anche nei liquami zootecnici. Si cibano di sostanza organica presente e quando raggiungono la maturità cercano spazi più asciutti dove portare aventi la metamorfosi in pupa. Durante questa migrazione possono intercettare trappole collanti presenti sul pavimento oppure raggiungere le lettiere o altri luoghi degli allevamenti zootecnici, diversi dalle vasche di raccolta del liquame/letame.
Poiché vivono in un ambiente liquido ma non hanno i mezzi per respirare nell’acqua, ecco spiegato a cosa serve la lunga coda: permette alla larva di respirare captando l’aria dalla superficie del liquido in cui è immersa.
Fischer e colleghi (2006), in uno studio condotto in 4 distretti della Repubblica Ceca, hanno isolato dei micobatteri dalla cuticola di alcune larve e pupe di E. tenax raccolte nelle vasche dei liquami e in altri luoghi di allevamenti suinicoli. Parte dei micobatteri isolati appartenevano alla specie Mycobacterium avium hominissuis in grado di causare delle micobatteriosi nei suini, a dimostrazione che le larve e le pupe di E. tenax possono diffondere nell’allevamento e nell’ambiente circostante questi micobatteri.