L’elevata prolificità dei roditori è una delle caratteristiche che regala loro un posto tra gli esseri viventi maggiormente presenti sul pianeta. E’ sicuramente questa particolarità che permette loro di arrivare ad elevate densità di popolazione anche in tempi brevi.
I roditori raggiungono precocemente la maturità sessuale: dopo 8 settimane Rattus norvegicus e Mus musculus possono già riprodursi, mentre Rattus rattus lo può fare dopo 12 settimane. Le cucciolate sono sempre numerose: per le tre specie di interesse sinantropico, mediamente 6-8 piccoli per parto nati dopo una gestazione di circa 20-25 giorni. Anche la possibilità di accoppiarsi nuovamente subito dopo il parto (estro post partum) accelera fortemente lo sviluppo delle popolazioni che, se non contrastate, raggiungono velocemente elevati numeri di individui per ogni singola colonia.
In natura il ciclo riproduttivo normale si manifesta su periodi alternati dove le temperature miti favoriscono le nascite. Temperature spinte, fredde o calde che siano, invece rallentano in maniera significativa la capacità riproduttiva fino a fermarla quasi completamente. La disponibilità di cibo e di rifugi sicuri sono uno stimolo importante alla riproduzione. In pratica la capacità riproduttiva è fortemente legata allo “stato di stress” a cui sono sottoposti gli individui e, quindi, condizioni favorevoli determinano un cambiamento profondo delle abitudini che può allungare il periodo in cui i roditori si accoppiano.
Mentre in natura possiamo avere un inizio anticipato o un termine prolungato del ciclo riproduttivo (oltre il classico periodo marzo-novembre) dovuti a particolari e temporanee condizioni climatiche, quando le colonie dei roditori si trovano in un ambiente antropizzato il periodo riproduttivo può diventare costante durante tutto l’anno. Questo è quanto è stato riscontrato per i roditori sinantropici: Ratto grigio (Rattus norvegicus), Ratto nero (Rattus rattus) e Topolino domestico (Mus musculus).
Questo “adattamento” è dovuto alle caratteristiche proprie degli ambienti antropizzati (presenza di cibo, rifugi, camminamenti protetti, temperature pressoché costanti nei 12 mesi, assenza di predatori) e porta come conseguenza la necessità di agire costantemente per la gestione delle colonie dei roditori che si sono stabilizzati negli stessi ambienti dove risiede l’uomo: dalle abitazioni alle strutture industriali, dai ristoranti e bar agli opifici di lavorazioni alimentari.
Il problema roditori deve quindi sempre essere considerato molto grave. La loro presenza può essere causa di importanti conseguenze negative: sono potenziali vettori di molte malattie, causa di danni diretti e indiretti legati all’attività dei singoli individui, motivo di insofferenza psicologica per quanti sono costretti a condividere gli spazi.
Nell’impostare un piano di gestione, non dimentichiamo mai che la soluzione vincente è quella di agire su tutti gli elementi che condizionano le dimensioni di una colonia. La base di una buona programmazione delle azioni da applicare è sempre quella che fissa come obiettivo l’abbassamento della capacità portante dell’ambiente infestato.