In Italia si tende a chiamare ape tutti quegli insetti che ronzano e che hanno la possibilità di pungere! Occorre quindi una precisazione: api, vespe e calabroni sono insetti molto diversi tra loro, facilmente riconoscibili e con un’importanza decisamente differente.
- Le api sono piuttosto pelose con bande sull’addome di colore marroncino alternate a bande di colore scuro. Impollinano le piante superiori permettendo la vita sulla Terra, ed è vietatissimo abbatterle con qualunque mezzo.
- Le vespe si distinguono dalle api perché non possiedono peli (in alcune specie in effetti il corpo è ricoperto da peluria ma non così folta come nelle api), hanno un colore giallo brillante con bande di colore nero. Il loro corpo è lungo e slanciato a differenza delle api che presentano una forma più tozza.
- I calabroni propriamente detti sono insetti appartenenti alla specie Vespa crabro, molti per esempio, chiamano calabroni i bombi. Un altro errore. Anche in questo caso si tratta di insetti molto diversi tra loro e questi ultimi fondamentali per l’impollinazione delle piante. Il vero calabrone ha dimensioni notevoli ed è di colore marrone rossiccio, con bande marrone scuro.
Vespe e calabroni sono insetti sociali che danno vita a colonie annuali; in autunno la colonia si esaurisce e rimane la regina fecondata, pronta a superare l’inverno per fondare una nuova colonia nella primavera successiva.
Le femmine di vespe e calabroni sono dotate di pungiglione e, se disturbate, possono infliggere punture dolorose, molto pericolose in soggetti allergici. Le persone hanno spesso reazioni di paura quando si trovano in vicinanza di una vespa o di un calabrone. Nella maggior parte dei casi evitare gesti bruschi e urla ed allontanarsi lentamente è un buon comportamento per evitare punture.
Vespe e calabroni sono attratti da sostanze zuccherine quindi frequentano ad esempio frutteti, vigneti, rifiuti a base di frutta lasciati all’aperto. Anche lattine e bottiglie di bibite zuccherate sono attrattive per le vespe.
Questi insetti, per costruire il nido, scelgono luoghi riparati da cui accedono tramite aperture, anche piccole, che comunicano con l’esterno. Nelle abitazioni possono scegliere i magazzini, i depositi di attrezzi, la controsoffittatura, i camini, i solai, i vani delle tapparelle, lo spazio tra finestra e persiane se questa rimane per lungo tempo chiusa. Possono fare il nido anche nelle cavità degli alberi, in mezzo alla vegetazione (per quanto riguarda le vespe), nei vasi da giardinaggio se lasciati capovolti, persino nei cancelli dove sono presenti tubi cavi con delle fessure che comunicano con l’esterno. Le coperture dei tetti rappresentano una fonte inesauribile di anfratti dove le vespe si possono insediare. I nidi delle vespe, almeno delle specie più comuni, sono piccoli, composti da poche cellette, di solito attaccati tramite un peduncolo in posti riparati, mentre i nidi di calabrone sono molto grossi (possono raggiungere diametri di 50-80 cm o più,) popolati da centinaia di individui.
Anche in questo caso, cavità, cassonetti delle tapparelle, canne fumarie…. sono luoghi in cui l’insetto ama costruire la propria casa.
Se si tratta di nidi di vespe piccoli, si può intervenire asportandoli – preferibilmente di notte quando tutti gli insetti sono all’interno – e distruggendoli; in alternativa si può optare per l’utilizzo di insetticida, allontanandosi immediatamente dopo l’intervento per evitare punture delle vespe presenti nel nido.
Nel caso di nidi di calabroni la faccenda è decisamente più complessa. Spesso si chiede l’intervento dei vigili del fuoco! Conviene agire quando quasi tutti gli insetti sono nel nido (di solito al crepuscolo e durante la notte). Non sempre è possibile incapsulare il nido e poi irrorarlo di insetticida, tenendo presente che occorre anche considerare la posizione di ritrovamento.