Con il termine “scarafaggio” si indicano le blatte e tra esse le specie più diffuse negli ambienti domestici e nelle industrie (Blatta orientalis, Blattella germanica, Periplaneta americana, Supella longipalpa). Sono insetti di colore scuro (bruno-nero) e di grosse dimensioni: alcune specie raggiungono i 45 mm di lunghezza. Si riconoscono facilmente per il corpo appiattito, le lunghe antenne sottili e le zampe con evidenti spine. In genere gli adulti hanno ali che coprono tutto l’addome. Le forme giovanili sono simili all’adulto, differiscono macroscopicamente per le dimensioni e la mancanza di ali. Presentano comportamenti gregari – dovuti all’emanazione di un particolare feromone chiamato “feromone di aggregazione – e in genere rifuggono la luce. Le femmine depongono le uova all’interno di strutture apposite dette ooteche. Si trovano a loro agio in parecchi ambienti: abitazioni, mense, ristoranti, bar, alberghi, ospedali e case di cura, servizi igienici, locali di produzione. Purtroppo frequentano anche fogne, tombini stradali e discariche, luoghi ricchi di microrganismi dannosi. Gli scarafaggi sono onnivori e spazzini: si nutrono di derrate alimentari vegetali e animali, materiale organico in decomposizione, carta e tessuti, in mancanza di cibo diventano cannibali, ma riescono anche a sopportare il digiuno. In bibliografia sono segnalati problemi negli ospedali dove di notte la blatta dei mobili esce dai suoi rifugi per nutrirsi di fluidi corporei. I responsabili del danno sono sia le forme giovanili, sia gli adulti. Ma i danni diretti sono rilevanti se confrontati con quelli indiretti: gli scarafaggi insudiciano gli ambienti e le derrate (che diventano inutilizzabili) con organismi patogeni, insetti morti, escrementi, sostanze rigurgitate e molto altro. Non solo: sono anche responsabili dell’insorgenza di allergie.