Non tutti gli ambienti vengono colonizzati in ugual modo dalle specie animali (uomo compreso!). Gli individui delle singole specie si spostano alla continua ricerca di ambienti ospitali (più o meno grandi) per la presenza di risorse alimentari e di altre caratteristiche favorevoli.
Per ogni luogo, le risorse non sono mai illimitate e, quindi, possono condizionare la quantità (numero) di individui di una o più specie che quel luogo può sostenere (definita come capacità portante dell’ambiente).
A questa regola generale, naturalmente, si conforma anche l’attività e la presenza dei roditori, per i quali le risorse più importanti sono la disponibilità alimentare, la presenza di ricoveri e di vie di spostamento protette.
Nell’ottica di eliminazione/gestione di una colonia di roditori, le azioni che intervengono sull’abbassamento della capacità portante di un determinato ambiente diventano a tutti gli effetti attività di controllo. è bene sottolineare che tali azioni contribuiscono notevolmente alla riduzione delle popolazioni infestanti e, in gran parte delle situazioni, si dimostrano essenziali per il raggiungimento di migliori risultati rispetto agli interventi di controllo tradizionali. Pertanto, un progetto di controllo di roditori ben fatto, in qualunque situazione ambientale venga applicato, deve necessariamente prevedere come primo obiettivo la riduzione della capacità portante di quell’ambiente.
Si dovranno prevedere:
- azioni che vadano a modificare – nei limiti del possibile – quelle caratteristiche ambientali che hanno favorito l’insediamento dei roditori, perché hanno offerto loro luoghi idonei per la costruzione dei nidi e vie di spostamento;
- azioni che, migliorando la gestione delle risorse alimentari (materie prime e prodotti di scarto), portino alla diminuzione delle quantità di cibo disponibile per la colonia.
La riduzione di risorse alimentari porterà a una diminuzione del numero di individui presenti (per morte e/o emigrazione) e all’abbassamento del tasso di riproduzione tra gli individui restanti (questo tende ad aumentare con la disponibilità e la qualità degli alimenti).
Inoltre, in ambienti dove sono carenti le risorse alimentari, aumenta l’efficacia delle esche rodenticide a causa dell’incremento dei consumi da parte dei roditori. Questo comportamento è stato messo in evidenza nella ricerca dello studioso inglese Quy e dei suoi collaboratori nel 1992.
I risultati ottenuti hanno confermato che l’efficacia delle esche rodenticide è maggiore in situazioni di assenza di competizione con fonti alimentari.
Con riferimento all’appetibilità delle esche, è opportuno ricordare che non esiste una formulazione preferita rispetto a un’altra, ma che ognuna ha un proprio campo di applicazione. La disponibilità di altre fonti di cibo esercita sempre una competizione più o meno forte nei confronti dell’esca impiegata, così può accadere che questa sia assunta solamente da pochi individui, e in dosi subletali. Infine, va chiarito che non esistono “ratti assaggiatori” e che non è vero che i ratti “vecchi o malati” si sacrificano, assaggiando il “cibo nuovo”, per il bene della colonia.
Le colonie di ratti sono costituite da un maschio dominante, alcuni maschi dominati, femmine e piccoli. La possibilità di accesso al cibo sano e di qualità da parte dei maschi dominati (più deboli) è limitata: quindi, in situazioni di scarsità di cibo, questi, affamati, si vedono costretti a cibarsi di quanto avanza del pasto dei dominanti o cercare nuove fonti di cibo quali possono essere le esche rodenticide.
Eliminare le risorse alimentari disponibili, oltre a mettere in crisi la colonia, comporta un aumento dei consumi delle esche rodenticide e quindi un aumento della mortalità all’interno della colonia stessa.