Il controllo dello sviluppo degli insetti che infestano le derrate, può essere effettuato attraverso attività di disturbo da esercitare sull’ambiente di stoccaggio così da ottenere condizioni sfavorevoli al loro sviluppo.
Si tratta di tecniche non convenzionali che, insieme a quelle che si avvalgono di mezzi fisici più tradizionali, si prevede acquisiranno una maggiore importanza data la sempre maggiore richiesta di alimenti a residuo zero e anche per le crescenti restrizioni nell’uso degli insetticidi di sintesi (Suleiman et al., 2016).
Sono numerosi gli studi che dimostrano come il sottoporre a un’azione di disturbo diverse specie di insetti che infestano svariate derrate abbia un effetto positivo sulla riduzione dell’infestazione.
In cosa consistono queste azioni di disturbo? Quali sono le conseguenze dell’applicazione di queste tecniche?
Bern et al. (2018) hanno effettuato diversi tipi di prove ed ottenuto i risultati riportati di seguito.
Sottoporre un contenitore di latta, che contiene 1 kg di mais infestato appositamente con 25 adulti vivi di Sitophilus zeamais, a rotolamenti manuali ogni 12 h comporta, dopo 160 giorni, una riduzione del 93% degli adulti vivi rispetto alle latte che non hanno subito questo trattamento.
Recipienti di latta con lo stesso tipo di contenuto, invece, sono stati sottoposti ad agitazione manuale ogni mattina e sera. Dopo 90 giorni, la popolazione era aumentata nei contenitori non sottoposti a disturbo e ridotta a 0 in quelli disturbati.
Gli esperimenti sono stati effettuati anche utilizzando un sistema meccanico per rimescolare la massa di cereale (Sukup motor-driven grain stirrer): i risultati sono stati estremamente incoraggianti, la popolazione di insetti infestanti nei contenitori sottoposti a questo trattamento si era esaurita.
In tutti gli esperimenti la qualità della granaglia sottoposta a questo tipo di trattamento è risultata simile o migliore rispetto al testimone; solo negli esperimenti in cui è stato utilizzato il sistema meccanico si è osservata una maggiore presenza di materiale fine rispetto al testimone.
Gli autori di questo studio auspicano ulteriori ricerche per indagare l’efficienza del disturbo e per identificare l’intervallo di tempo ottimale in cui applicare l’azione di disturbo. Non si soffermano, infatti, sui meccanismi negativi che questo tipo di applicazione comporta sul ciclo vitale della specie.
I risultati incoraggianti suggeriscono come questo sistema possa essere una valida alternativa all’impiego di prodotti chimici di sintesi oppure di altre metodiche fisiche come ad esempio le atmosfere controllate. Naturalmente le ricerche dovranno valutare anche i costi che l’applicazione di una metodica di questo tipo comporta in strutture di stoccaggio delle derrate, tenendo conto anche dei costi indiretti (che potrebbero essere negativi) per quanto riguarda la non applicazione di sostanze chimiche di sintesi.