La famiglia dei Piofilidi, piccole mosche che si sviluppano a spese di sostanze in decomposizione, comprende la specie Piophila casei, nota col nome comune di “mosca del formaggio”. Si tratta di un insetto che, nonostante il nome, non si sviluppa solo a carico di prodotti caseari. Le larve, infatti, si trovano tipicamente su substrati ad alto tenore proteico, quindi anche su insaccati, pesce affumicato, prosciutti e carni. Su queste superfici, infatti, la femmina trova screpolature adatte alla deposizione delle uova e la larva che ne uscirà troverà il substrato di cui nutrirsi.
In altri casi la mosca del formaggio si può trovare su escrementi e in generale su prodotti animali deteriorati. In natura si sviluppa nelle carcasse di animali e nei cadaveri, tanto che la specie ha importanza nell’entomologia forense dove le larve permettono di stimare la data di un decesso. Come conseguenza della frequentazione di questi substrati, P. casei è in grado di trasportare microrganismi patogeni per l’uomo. Inoltre, accidentali assunzioni di formaggi infestati e ingestione di larve vive possono essere causa di disturbi gastrointestinali, come ad esempio diarrea e nausea. L’attività trofica delle larve è causa di danni economici, producendo sui formaggi infestati aree mollicce e infossate che rendono il formaggio inadatto al consumo umano e non più commercializzabile.
Nei caseifici, umidità e temperatura tipiche dell’ambiente e necessarie per la maturazione dei prodotti, sono particolarmente adatte anche allo sviluppo della mosca.
La prevenzione e i mezzi di esclusione si rivelano essere le pratiche da adottare perché maggiormente efficaci: reti molto fini e integre alle finestre e adeguate schermature alle porte impediscono l’introduzione degli adulti dall’esterno.
L’allontanamento tempestivo dei residui di lavorazione e degli scarti in tutto il processo produttivo, l’accurata pulizia dei locali, delle macchine e delle attrezzature impediscono il formarsi di focolai di infestazione all’interno.
L’ispezione periodica dei formaggi aiuta a mettere in evidenza eventuali principi di infestazione e quindi ad agire tempestivamente per evitarne il propagarsi. A tal proposito è molto importante seguire un’attenta gestione dei magazzini evitando di avvicinare derrate sane a derrate infestate o sottovalutare il rischio di immettere derrate sane in un locale dove è stata rilevata anche una minima presenza di P. casei.
Caseifici infestati, soprattutto nei locali di stoccaggio, non possono essere oggetto di trattamento con prodotti chimici se vi è la presenza di formaggi in stagionatura. Tali interventi devono essere riservati ai momenti di vuoto, impiegando prodotti abbattenti e residuali uniformemente irrorati sulle pareti e su supporti e attrezzature presenti nei locali.