Si stima che nel mondo siano presenti circa 10 000 specie di blatte, di cui solo la metà sono conosciute.
Allo stadio adulto esse possiedono ali anteriori abbastanza sclerificate chiamate tegmine. Quando l’animale cammina o è in quiete le ali anteriori ricoprono quelle posteriori disponendosi orizzontalmente e in alcune specie si incrociano parzialmente all’estremità. Hanno una forma allungata con il margine posteriore piuttosto arrotondato.
Le ali posteriori invece sono membranacee, nelle specie presenti in Italia presentano una forma più allargata a mo’ di ventaglio e vengono tenute ripiegate al riparo sotto a quelle anteriori. Nelle posteriori è più facile intravede le nervature.
Chopard (1925) ha diviso le blatte in tre gruppi:
- con ali anteriori e posteriori sviluppate in entrambi i sessi,
- con ali più corte o assenti solo nelle femmine,
- con ali più corte o assenti in entrambi i sessi.
In certe specie, come ad esempio nelle femmine di Blatta orientalis, le ali hanno subìto nel corso dell’evoluzione una riduzione piuttosto importante, soprattutto quelle posteriori. Ovviamente le femmine di Blatta orientalis, con ali così ridotte, non possono volare (fig. A-2).
Neanche i maschi in effetti volano, anche se hanno le ali sviluppate. Preferiscono camminare, sono bravissimi e molto veloci. In Polyphaga aegyptiaca la femmina è sprovvista del tutto di ali, il maschio invece le possiede ma, nonostante ciò, non vola. L’intero apparato alare delle blatte mostra evidenti adattamenti per uno stile di vita nascosto; famoso è il disegno che ritrae una blatta infilatasi in una stretta fessura (fig. B).
Gli studiosi, comunque, sono concordi nel ritenere che la presenza delle ali completamente sviluppate non significhi che la blatta possa volare. Infatti, in genere si ritiene che la maggior parte delle blatte alate sia incapace di volare e non abbia la capacità di sostenere un volo a lunga distanza.
La capacità di volo all’interno del gruppo varia, naturalmente. Anche le specie ritenute deboli volatori possono avere abbastanza capacità di manovra nell’aria ed essere in grado di mettere in atto varie strategie per sfuggire ai predatori. Parecchie specie tropicali di piccola taglia sono eccellenti volatori, capaci di effettuare voli in linea retta o con leggere curve laterali. Sono in grado di volare a certe altezze ma non di librarsi in volo (Farnsworth, 1972). Roff (1994) ha dimostrato che solo il 4% delle blatte è incapace di volare in entrambi i sessi, il 24% presenta dimorfismo sessuale, con maschi che volano e femmine non in grado, ma questi sono dati riguardanti specie del Nord America, della Guyana francese, Africa e Madagascar.
Blattella germanica, per tornare a specie presenti in Italia, ha le ali completamente sviluppate sia nel maschio sia nella femmina, ma entrambi sono incapaci di sostenere il volo (Brenner et al., 1988). I maschi di Supella longipalpa sono ottimi corridori e possono alzarsi in volo per brevi distanze, ma le femmine non sono in grado di volare (Hafez e Afifi, 1956).
Test su popolazioni di Periplaneta americana allevate in centri di ricerca hanno dimostrato la capacità di compiere voli di soli 3-12 secondi nelle femmine mentre i maschi riuscivano a compiere voli per 5-15 minuti. Tuttavia, i maschi appena sfarfallati hanno dimostrato un comportamento di volo simile a quello delle femmine: svolazzano debolmente o precipitano quando sono lanciati in aria. Sembra che questo sia dovuto alla presenza di muscolatura di volo di colore bianco o rosa. Ai tropici P. americana è un’eccellente volatrice. È stata osservata volare fuori dalle fogne e dentro gli edifici.
Per le specie alate presenti in Italia non sono segnalati voli, almeno fino ad ora.