Solenopsis invicta è originaria delle pianure del Sud America, in particolare Brasile e Argentina. è stata introdotta incidentalmente negli Stati Uniti tra il 1933 e il 1945. è presente in Australia, mentre è stata eradicata con successo in Nuova Zelanda ed è in corso l’eradicazione in Cina.
In Europa sono stati segnalati ritrovamenti casuali in Spagna, Finlandia e in Olanda. In un articolo apparso a inizio settembre 2023, ricercatori italiani e spagnoli hanno documentato per la prima volta 88 nidi che hanno occupato circa 5 ettari nei pressi della città di Siracusa, in Sicilia. Le ricerche sono state condotte durante gli inverni del 2022 e del 2023.
Come riportato nell’articolo citato, pubblicato sulla rivista Current Biology, le persone del luogo segnalano attacchi particolarmente dolorosi di formiche già dal 2019, quindi è plausibile che la specie sia effettivamente insediata in quest’area da qualche anno, deduzione anche supportata dall’espansione del sito colonizzato e dal numero di nidi localizzati.
Come questa specie sia arrivata in Sicilia non è chiaro, gli autori del lavoro citato ipotizzano che possa essere stata introdotta accidentalmente dal porto di Augusta, che dista solo 13 km dal luogo di ritrovamento dei nidi ed è un importante porto mercantile dell’isola con una posizione baricentrica lungo le rotte del traffico internazionale.
Dalle analisi genetiche effettuate sulla popolazione di S. invcta in Sicilia i ricercatori affermano che queste formiche possono essere arrivate da popolazioni statunitensi o cinesi.
Si tratta di una formica di piccole dimensioni (2/5-6 mm), con le operaie che presentano uno spiccato polimorfismo. Il colore del corpo è bruno-rossastro con il falso addome scuro tendente al nero. Il corpo delle operaie è esile, con l’addome ben pronunciato, le zampe sono piuttosto lunghe, il capo è piuttosto grande con due mandibole allungate, molto sviluppate e con il margine all’estremità fortemente seghettato.
Solenopsis invicta costruisce i nidi nel suolo e in superficie si notano i cumuli di materiale terroso che possono essere piuttosto piatti oppure alti fino a 60 cm e con un diametro che raramente supera 46 cm (almeno quelli osservati in Sicilia). Se si disturbano le formiche nei pressi del cumulo, queste attaccano in modo aggressivo il malcapitato con le mandibole, infliggendo morsi e punture molto dolorose con il pungiglione. Nell’uomo le punture causano una pustola bianca che compare in genere il giorno successivo (Cohen, 1992), circondata da un alone di colore rosso. Questa si può gonfiare anche enormemente e può provocare una sensazione di bruciatura dolorosa. Per questi comportamenti e questi sintomi questa specie comunemente viene chiamata formica di fuoco o formica guerriera.
Essendo una formica alinea per molti territori, viene considerata minaccia immediata per l’economia perché in molte aree è specie da quarantena, rappresenta un problema sanitario per i lavoratori agricoli, e per tutti colori che inavvertitamente pestano il nido, per gli animali allevati poiché gli animali appena nati (soprattutto pollame e bestiame) sono vulnerabili all’attacco delle formiche. Inoltre, le formiche foraggiatrici possono intasare gli impianti di irrigazione e mandare in cortocircuito gli impianti elettrici.
Anche gli ecosistemi naturali subiscono gli effetti dannosi della presenza di questa specie, nelle aree dove è presente come specie aliena, la fauna selvatica autoctona tende ad allontanarsi, e soprattutto i giovani uccelli nei nidi e le lucertole possono essere particolarmente vulnerabili.
Solenopsis invicta è considerata una specie molto invasiva, per questo motivo e per tutti i danni che provoca (vedasi scheda) Giorgio Sabella, responsabile del progetto “Figth Alien Species Tranborder”, ritiene vada eradicata subito.