L’esoscheletro è una struttura più o meno rigida caratteristica degli Artropodi che, come un’armatura, fa da protezione e da sostegno al loro corpo. Esso però, a causa della sua rigidità, impedisce la crescita continua dell’individuo nel tempo, rendendo così necessario il fenomeno definito ‘muta‘.
Infatti, gli insetti, al fine di continuare il proprio accrescimento, hanno necessità di cambiare l’esoscheletro quando non hanno più spazio all’interno.
La muta, pertanto, è quel fenomeno nel corso del quale la vecchia cuticola (che costituisce l’esoscheletro) viene abbandonata a favore di una nuova, formatasi al di sotto della precedente ma più capiente perché inizialmente elastica e distensibile. Questa permetterà all’insetto di crescere non solo in peso, ma anche in lunghezza e volume, fino a riempire tutto lo spazio disponibile. Dopo di che affronterà un nuovo processo di muta.
Generalmente ogni specie presenta un numero definito di mute, tuttavia per alcune di esse il numero di mute può variare in base a caratteristiche ambientali come, ad esempio, la disponibilità alimentare.
Le varie mute nel corso di uno stadio giovanile separano le cosiddette età (neanide o neanide e ninfa, negli insetti a metamorfosi graduale o ‘incompleta’; larva negli insetti a metamorfosi radicale o ‘completa’).
La muta è un processo piuttosto delicato in cui avvengono trasformazioni indotte e regolate da una serie di ormoni. La regolazione ormonale permette all’organismo dell’insetto di cominciare a produrre una nuova cuticola assorbendo parte degli elementi presenti nella vecchia. Alla maturazione della nuova cuticola, la vecchia si rompe lungo una linea di frattura in un’area prestabilita e tipica di ogni specie e l’insetto se ne libera con movimenti particolari.
L’individuo che ha appena compiuto una muta si caratterizza dall’avere la cuticola non ancora totalmente pigmentata (colorata) e di consistenza molle. Con il passare delle ore acquisisce la colorazione e la consistenza tipica della specie di appartenenza. La vecchia cuticola, abbandonata come una spoglia, è detta anche esuvia.
Il processo può essere influenzato negativamente, ad esempio, da condizioni di umidità non ottimali. Inoltre, l’individuo in questo passaggio è maggiormente vulnerabile poiché non ha la possibilità di fuggire in caso di atti predatori.
Come detto, il fenomeno della muta è regolato da complessi meccanismi che coinvolgono il sistema nervoso e ormonale degli insetti. La secrezione dell’ormone della muta mette in moto la produzione della nuova cuticola, ma anche trasformazioni più o meno radicali che consentono il passaggio da uno stadio a quello successivo come, ad esempio, la trasformazione da larva a pupa, o da pupa ad adulto. Per questo, l’ormone in questione è detto anche ‘ormone della muta e della metamorfosi’.
Suo antagonista è l’ormone giovanile, che nell’organismo in fase di sviluppo consente la muta ma tende a mantenere i caratteri giovanili.
In generale, in presenza di neotenina, l’ormone della muta innesca il processo senza che avvenga la metamorfosi. L’insetto cresce di ‘età’ ma resta nella stessa condizione o ‘stadio’ dell’età precedente. Quando invece il tasso di ormone giovanile nel sangue (emolinfa) dell’insetto si abbassa fino ad azzerarsi, si attua il fenomeno della metamorfosi che ha come fine il raggiungimento dello stadio di adulto o immagine. Questo andamento contraddistingue soprattutto gli insetti a metamorfosi completa.
L’ormone giovanile e l’ormone della muta sono stati particolarmente studiati ed hanno ispirato la sintesi di un gruppo di insetticidi denominati “regolatori della crescita”, noti con la sigla IGR (Insect Growth Regulators). Questi interferiscono nei meccanismi della muta causando, alla lunga, la morte dell’insetto. Tra gli IGR hanno trovato applicazioni pratiche soprattutto gli analoghi sintetici dell’ormone giovanile, i cosiddetti ‘juvenoidi‘, che impediscono all’insetto di divenire adulto e riprodursi.