Un interrogativo che ricorre spesso riguarda la maggiore probabilità che hanno alcuni soggetti rispetto ad altri di essere punti da questi insetti.
è noto che le zanzare usano i loro sensilli per “decifrare” varie informazioni che ricevono dall’ambiente circostante come i messaggi chimici, ‘odori’ provenienti dai mammiferi, come l’uomo, che permettono di individuare chi pungere.
L’odore emesso dal corpo umano è una miscela complessa di sostanze chimiche che ci distingue dagli altri mammiferi, e i microrganismi presenti sulla pelle hanno un ampio ruolo nella produzione di composti volatili che attraggono le zanzare (Raji e DeGennaro, 2017).
Ci sono diverse variabili come l’alimentazione, il sesso, l’età, il metabolismo, lo stato di salute, la produzione di ormoni e l’ambiente in cui si vive che influenzano l’emissione di sostanze di ciascun essere umano, rendendolo diverso dagli altri.
Molti studi hanno dimostrato che l’acido lattico, presente in alte concentrazioni nel sudore umano, e l’anidride carbonica, emessa con il respiro (espirazione) e la traspirazione, giocano un ruolo importante nell’individuazione dell’ospite da pungere nel caso della specie Aëdes aegypti, zanzara molto utilizzata come modello negli studi di laboratorio in questo ambito.
In particolare l’acido lattico, in abbinamento all’anidride carbonica e ad altre sostanze emesse attraverso la pelle umana, come l’ammoniaca, agisce da sinergizzante nell’azione di attrazione delle zanzare. L’ammoniaca è una sostanza che viene emessa sia tramite il respiro, sia tramite le ghiandole del sudore e quindi eliminata attraverso la pelle.
Anche gli acidi grassi hanno una loro importanza, ma la loro efficacia nell’attrarre le zanzare dipende dalla lunghezza della loro catena e dalla combinazione nella miscela di odori (Geier et al., 2002).
Studi più recenti hanno dimostrato che le zanzare reagiscono ai diversi stimoli in sequenza: da lontano percepiscono l’anidride carbonica, successivamente gli odori del corpo, poi il calore e infine reagiscono alle sostanze che ne stimolano il gusto. Tutte queste informazioni in aggiunta agli stimoli visivi, seppur meno raffinati, permettono alle zanzare di riconoscere un corpo umano vivo, o di un animale a sangue caldo (mammifero), da cui poter ottenere un pasto di sangue.
La ricerca e la comprensione di come questi elementi siano percepiti dalle zanzare per la ricerca dell’ospite sono solo all’inizio e saranno necessari molti altri approfondimenti per una definizione più completa del fenomeno nelle diverse specie.
L’espressione assai popolare in cui si afferma che chi ha il “sangue dolce” è maggiormente punto dalle zanzare deve essere ancora dimostrata sebbene siano stati condotti alcuni studi al fine di verificare la preferenza da parte delle zanzare per alcuni gruppi sanguigni.
Premesso che esistono nel mondo tante specie di zanzare e che gli studi non sono stati compiuti su tutte, ad esempio uno studio giapponese (Shirai et al., 2004) compiuto su 64 volontari ha dimostrato che la zanzara tigre (Aëdes albopictus) si appoggia sulla pelle di chi ha il gruppo sanguigno 0 in numero significativamente maggiore rispetto a chi ha altri gruppi sanguigni.