La convivenza con gli infestanti è una condizione che da sempre abbiamo dovuto accettare e gestire. Gli infestanti – insetti o ratti che siano- in certi casi sono vettori di patogeni e, insediandosi, possono contaminare le derrate alimentari e gli ambienti in cui viviamo. Evitare che si arrivi a una prevaricazione infestante-uomo è obiettivo e interesse comune, in quanto in caso contrario le ripercussioni igienico-sanitarie sarebbero considerevoli.
Con lo scopo quindi di potere raggiungere il desiderato equilibrio infestante-uomo, si rende necessaria la risoluzione di casi specifici di infestazione.
In seguito alla segnalazione di infestazione, di contaminazione a derrate o di danni a strutture o manufatti, occorrerà procedere con un sopralluogo da parte di personale specializzato volto a:
– Individuare di quali infestanti si tratti e quantificare il danno;
– documentarsi su etologia, ciclo di sviluppo e abitudini dell’infestante;
– valutare le caratteristiche dell’ambiente e i possibili focolai fonte d’infestazione (es: acque stagnanti, derrate alimentari, ecc);
– individuare i punti critici dell’ambiente infestato;
– scegliere il tipo di trattamento, le attrezzature e il formulato più idoneo.
Per garantire il controllo del problema, la scelta del formulato è un punto molto importante da valutare. Con riferimento all’infestante e al suo stadio di sviluppo, si preferirà un formulato che abbia un’azione adulticida o larvicida; con riferimento all’obiettivo del trattamento, inteso come periodo di copertura, si preferirà un formulato contenente una sostanza attiva ad azione abbattente o residuale, o in alcuni casi specifici, una ad azione ritardata.
La tipologia dell’ambiente dove deve essere effettuato il trattamento è una seconda discriminante che farà preferire formulati con solvente acquoso (per ambienti sensibili) a formulati con solvente organico. Inoltre, è opportuno valutare anche se l’impiego di un formulato aerosol o di un’esca in gel sia maggiormente indicato rispetto ad un formulato liquido.
Altro aspetto importante riguarda la scelta della sostanza attiva: principio attivo di origine naturale o di sintesi? Nel caso si opti per un principio attivo di origine naturale la scelta potrebbe ricadere sul piretro, insetticida naturale che si ricava dai fiori di Chrysanthemum cinerariaefolium da cui si estraggono le piretrine, le sostanze attive di questo insetticida. Queste sono dotate di un ampio spettro d’azione, con effetto snidante e abbattente e sono caratterizzate da una bassa residualità.
Tra le diverse tipologie di insetticidi di sintesi la famiglia che riveste una maggiore rilevanza di utilizzo per gli operatori di Pest Control è rappresentata dai piretroidi. Questi sono infatti caratterizzati sia da spiccata azione abbattente, come ad esempio la tetrametrina, sia da azione residuale come la permetrina, la cipermetrina, la deltametrina. Per migliorare le caratteristiche dei prodotti, specie quelli ad azione abbattente, le sostanze attive possono essere formulate con la sostanza sinergizzante PBO (piperonilbutossido), che ne esalta l’attività soprattutto perché è in grado di bloccare enzimi cellulari (ossidasi) con efficacia detossificante di autodifesa da parte degli insetti. Combattere e tenere sotto controllo gli infestanti negli ambienti da noi frequentati e nei luoghi di produzione degli alimenti deve presupporre, come anticipato, la conoscenza delle loro abitudini e del loro ciclo vitale. I trattamenti di disinfestazione non possono prescindere da una pianificazione generale di prevenzione, di monitoraggio e di intervento; è necessario individuare punti critici e intervenire in modo mirato, sapendo scegliere il “miglior formulato” così da raggiungere quell’equilibrio di convivenza che possa annullare il fastidio e garantire la sicurezza sanitaria degli ambienti. A questo proposito sembra opportuna una precisazione: se ci riferiamo a insetti molesti delle abitazioni o di altri ambienti di vita, il concetto di equilibrio di convivenza ha una sua ragion d’essere e può servire ad evitare certe intolleranze eccessive e timori fuori luogo; se però parliamo di ambienti dove si ricevono, si lavorano, si stagionano, si immagazzinano e si distribuiscono derrate non vi può essere, almeno idealmente, una soglia di tolleranza, perché si desidera che gli alimenti siano assolutamente esenti da infestazioni e contaminazioni da artropodi e altri organismi nocivi. Da ultimo, è opportuno ricordare che nella scelta delle sostanze antiparassitarie è necessario privilegiare quelle con maggiore sicurezza d’impiego, quindi meno tossiche per l’uomo e l’ambiente (quali appunto le piretrine e i piretroidi), ed inoltre usarle nell’ambiente antropico con tutte le accortezze e attenendosi alle prescrizioni di legge che garantiscono la salubrità degli alimenti e la nostra sicurezza.