I coronavirus (CoV) sono una vasta famiglia di virus noti da tempo, il primo dei quali era stato già descritto nel 1931 da un veterinario. Essi causano malattie in maniera più o meno grave sia negli animali da allevamento, come i polli, sia negli esseri umani: dal banale raffreddore a gravi sindromi respiratorie come la SARS (Sindrome Respiratoria Acuta Grave).
Nello specifico, il coronavirus responsabile dell’attuale pandemia, il SARS-CoV-2, causa la malattia respiratoria denominata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) >CoVID-19 (Corona Virus Infectious Disease-19). Il nome “coronavirus” deriva invece dalla loro forma sferica o sferoidale che presenta sull’intera superficie una serie regolare di prominenze; queste, in immagini bidimensionali, sembrano una corona periferica.
La lotta ai virus della famiglia dei Coronavirus (Coronaviridae) rappresenta la quintessenza della cosiddetta “One Health”. “One Health” è una tipologia di approccio che mira ad affrontare in modo collaborativo, coordinato e condiviso la progettazione e l’attuazione di programmi, politiche, normative e ricerche di più settori, che lavorano insieme per ottenere migliori risultati in materia di sanità pubblica. I settori in cui l’approccio “One Health” è particolarmente rilevante riguardano la sicurezza alimentare, la lotta contro l’antibiotico-resistenza e anche il controllo delle antropo-zoonosi (malattie che si possono trasmettere dagli animali all’uomo, come l’influenza e la rabbia).
Un approccio “One Health” è cruciale perché molti microrganismi condividono gli ecosistemi in cui vivono con gli animali e gli esseri umani, che possono essere infettati. Per questo motivo gli approcci unisettoriali non sono efficienti nel prevenire o eliminare il problema, come nel caso della trasmissione dei virus dalle zanzare all’uomo, che richiede per una efficace risoluzione studi interdisciplinari e una cooperazione sinergica internazionale.
Qual è la risposta all’enigma di questi giorni sulla possibilità che certe specie di zanzare trasmettano agli esseri umani il coronavirus?
La scienza raggruppa sotto il nome di arbovirus, parola derivante da “arthropod–borne virus” (virus trasmessi dagli artropodi) i virus trasmessi dagli insetti o dalle zecche che si nutrono di sangue. Gli arbovirus, per riuscire a riprodursi in natura, hanno sviluppato nel tempo una stretta associazione sia con i vertebrati sia con gli artropodi che li trasmettono.
La zanzara, in questo caso, si infetta pungendo un animale o un essere umano malato; il virus si riproduce all’interno del suo intestino, passa nelle ghiandole salivari e fa divenire la zanzara vettore del patogeno quando punge altri animali sensibili o esseri umani, iniettando un po’ della sua saliva contenente il virus. I coronavirus sono molto differenti rispetto ai virus appartenenti alle famiglie che fanno parte del gruppo degli arbovirus e ad oggi non vi è alcuna evidenza scientifica che questi possano essere trasmessi dalle zanzare.