Il commercio internazionale su scala globale porta con sé delle sgradite sorprese anche in campo entomologico. Merci provenienti da paesi molto lontani possono albergare insetti che, arrivati in Europa, si adattano al clima e cominciano a riprodursi indisturbati. Questo succede nel caso si tratti di insetti provenienti da aree geografiche con un clima simile a quello europeo. In caso contrario l’insetto può svilupparsi per un po’ ma con l’arrivo dell’inverno, in genere, non è in grado di sopravvivere.
L’introduzione in un’area di un insetto alloctono (non nativo di quelle zone) è fonte di problemi anche gravi a seconda delle abitudini comportamentali e alimentari del nuovo arrivato. Nel nuovo areale non ha nemici naturali per cui si riproduce e agisce indisturbato. Se aggiungiamo il fatto che spesso si sa poco sul comportamento del nuovo arrivato nel nuovo ambiente e che si sottovalutano i primi segnali, va da sé che i danni sono enormi. L’entità del danno è direttamente proporzionale alla rilevanza economica delle piante o animali che sono colpiti. Anche se il nuovo arrivato non interferisse con le attività economiche, questo intruso può causare danni ambientali importanti.
In caso di specie invasive provenienti da altri paesi, occorre in primis divulgare e comunicare correttamente agli interlocutori di ogni livello le caratteristiche, i tratti peculiari, danni e tutti i dati a supporto che consentono l’individuazione della nuova specie.
Successivamente per contenere l’eventuale diffusione è consigliabile operare come segue:
- monitoraggio pianificato costante attraverso l’uso di report (foto, schede, etc),
- segnalazione alle autorità competenti in caso di ritrovamento di eventuali specie individuate come alloctone,
- piano operativo per il contenimento o controllo della specie.
In Italia sono parecchi gli insetti alloctoni presenti. La lista sarebbe piuttosto lunga, quindi ci soffermeremo sulle introduzione degli ultimi anni.
Probabilmente derivante dalla Macedonia, si è diffusa in Italia la minatrice fogliare dell’ippocastano, Cameraria ohridella, Lepidottero Gracillaride che scava gallerie nelle foglie di queste piante spesso portandole a defogliazione quasi totale. La presenza della farfallina si nota quando le foglie dell’ippocastano seccano, si accartocciano per poi, in estate, cadere.
Dal Sud Africa è arrivato il licenide dei gerani, Cacyreus marchalli, un Lepidottero appartenente alla famiglia dei Licenidi che si nutre a spese di queste piante ornamentali penetrando anche nei fusti ed erodendo le foglie. All’inizio è di difficile individuazione. I danni maggiori corrispondenti alla maggior densità della popolazione avvengono in estate.
In Lombardia, prima segnalazione per l’Italia, è stato rinvenuto il tarlo asiatico, coleottero che colpisce molte specie di latifoglie ornamentali soprattutto in ambiente urbano. Gli adulti si osservano da fine maggio ad agosto.
Il punteruolo rosso adora le palme, è stato introdotto accidentalmente dall’Asia Sud Orientale e sta decimando il patrimonio palmicolo italiano. Le larve vivono nei tessuti della pianta e spesso la presenza dell’infestazione si nota per la posizione a ombrello delle foglie nei periodi estivi.
Originaria del Sudest asiatico è la zanzara Aedes albopictus, diffusasi nelle Americhe e in Europa e segnalata in Italia nel 1990. Anche in questo caso il commercio internazionale di pneumatici usati ha permesso alla specie di diffondersi in territori molto vasti.
Ultima arrivata in ordine di tempo è la Vespa velutina, Imenottero che a differenza degli altri insetti citati non si nutre a spese di piante ma preda le api.
Avvistare gli adulti non è facile se non si è apicoltori e non si osserva attentamente cosa succede vicino al predellino delle arnie nei mesi dell’estate inoltrata.