Le pinete nei Paesi del bacino Mediterraneo sono purtroppo caratterizzate dalla presenza di un parassita molto diffuso e pericoloso: la processionaria del pino.
Si tratta di insetti appartenenti all’ordine dei Lepidotteri, famiglia dei Taumetopeidi o, secondo alcune classificazioni, dei Notodontidi (sottofamiglia Taumetopeine). Oltre gli alberi di pino (Pinus nigra e Pinus sylvestris) possono infestare anche i cedri (Cedrus spp.).
La specie non è solo presente nelle pinete ma infesta anche conifere di giardini pubblici e privati e dei parchi, per questi motivi è più facile che le persone ne vengano in contatto.
L’adulto, pur essendo di ragguardevoli dimensioni, difficilmente è visibile di giorno perché è attivo di notte.
Le larve sono caratterizzate dalla presenza di numerosi peli urticanti riuniti in ciuffi e presenti su tutto il corpo. Inoltre hanno l’abitudine di spostarsi formando colonne anche piuttosto lunghe dove ogni larva procede in fila indiana seguendo quella che ha davanti. Tale comportamento ha valso alla specie il nome appunto di processionaria.
Le femmine depongono nei mesi estivi gruppi di uova a manicotto sugli aghi dei pini, da cui dopo circa un mese nascono le larve, in grado di defogliare la pianta quando l’infestazione è importante.
Le larve di processionaria producono fili sericei grazie ai quali inglobano aghi, ma anche escrementi ed esuvie delle larve stesse, fino a formare dei grossi nidi che col passare del tempo diventano compatti e fungono da riparo per le larve nel periodo invernale. Di solito è questo nido che evidenzia la presenza della specie.
Il contatto con le larve provviste, come detto, di peli urticanti può causare notevoli problemi alle persone ma anche agli animali domestici e selvatici.
In Italia dal 1998 la lotta a questo insetto è obbligatoria (Decreto Ministeriale 17.04.1998). Esistono diversi metodi:
– impiego di sostanze chimiche (soprattutto Diflubenzuron) o biologiche (Bacillus thuringiensis var. kurstaki) particolarmente efficace per l’eliminazione delle larve, facilmente raggiungibili quando formano le colonne per salire sulle piante;
– adozione di metodi meccanici, che prevedono la rimozione dei nidi o la loro distruzione con il fuoco, costituiscono però operazioni difficoltose in caso di piante a fusto molto alto;
– uso di trappole per la cattura sia degli adulti (cattura massale con impiego di feromoni specifici) sia delle larve (con trappole collanti posizionate lungo i fusti delle piante e sostituite periodicamente);
– impiego di armi da fuoco, colpendo i nidi per esporre le larve alle basse temperature nel periodo invernale.
è bene ricordare che bisogna prestare la massima attenzione nella rimozione delle larve anche morte. Infatti i peli mantengono le loro proprietà urticanti ed è importante quindi proteggere tutte le parti del corpo durante la loro manipolazione.