Descrizione morfologica
Uovo
Le uova sono di forma sferica e di colore biancastro.
Larva
Le larve dell’ultima età hanno il capo largo, subpiriforme se osservato frontalmente. Sono senza zampe (apode). Hanno spiracoli piccoli, corpo con setole di 2 tipi, misurano in lunghezza 2,7-2,9 mm. Sono di colore chiaro tendente al giallastro nelle prime età, successivamente il colore tende al bianco.
Pupa
Le pupe sono simili a quelle delle altre specie di formiche, assumono un aspetto simile all’adulto, il colore è molto chiaro, bianco giallastro e si notano molto bene le zampe e gli occhi composti, quest’ultimi di colore scuro, quando la pupa è prossima alla trasformazione in adulto.
Adulto
Operaie
Si tratta di una formica di piccole dimensioni, con le operaie che presentano uno spiccato polimorfismo, misurano infatti in lunghezza da 2 a 5-6 mm. Il colore del corpo è bruno-rossastro con il falso addome scuro tendente al nero. Il corpo delle operaie è esile, con l’addome ben pronunciato, le zampe sono piuttosto lunghe, il capo è piuttosto grande con due mandibole allungate, molto sviluppate e con il margine all’estremità fortemente seghettato. L’ultimo segmento delle antenne è ovale allungato, molto ben visibile anche a piccoli ingrandimenti. Il corpo è ricoperto di rade setole abbastanza lunghe.
Le operaie sulla parte dorsale dell’addome a volte hanno bande di colore diverso.
Regina
Il colore del corpo è simile a quello delle operaie, il gastro è però nero. Il torace, le zampe, il capo e le antenne sono di colore marrone chiaro. Le ali sono membranose, piuttosto trasparenti e con le venature di colore marrone pallido. Hanno un corpo di dimensioni maggiori delle operaie, può arrivare a 9 mm di lunghezza.
Biologia e comportamento
I voli di accoppiamento dei reali avvengono in genere tra le 10 e le 14 del pomeriggio durante i primi giorni di sole dopo un periodo di pioggia e quando le temperature sono intorno ai 24 °C, possono avvenire durante tutto l’anno ma sono più frequenti in primavera e in autunno.
Le colonie monoginiche mature producono maschi fertili e successivamente femmine fertili. L’accoppiamento avviene all’altezza di circa 50-100 m dal suolo e i maschi muoiono appena dopo. Le femmine, dopo essersi accoppiate, atterrano nel raggio di 1-2 chilometri (a meno che non siano trasportate dal vento) in cerca di un sito di nidificazione adatto, attratte dalle superfici lucide come quelle dell’acqua. Appena individuato il luogo idoneo si strappano le ali e iniziano la fondazione della nuova colonia.
Il volo nuziale nelle colonie poliginiche in genere avviene più vicino al suolo (2-3 m di altezza). Le regine poliginiche, appena dopo l’accoppiamento non sembrano disperdersi tanto quanto le regine monoginiche (Markin et al., 1971).
La colonia costruisce il suo nido nel suolo, nel terriccio per vasi, paglia o altro materiale idoneo associato al suolo e/o al vivaismo/giardinaggio.
I nidi costruiti nel suolo hanno un cumulo di particelle di terra alto 10-60 cm e non presentano in genere una parte specifica per l’ingresso.
La dispersione naturale avviene tramite i voli di accoppiamento, attraverso la migrazione sul suolo e mediante il galleggiamento di colonie durante le alluvioni.
Lo spostamento su lunghe distanze di articoli come zolle di terra, balle di fieno, contenitori per vivai e altri materiali soprattutto contaminati da terra, come quella che può rimanere attaccata alla base dei pallet, ha portato alla diffusione incontrollata di colonie di S. invicta. Il trasferimento da una zona all’altra degli USA di alveari di ape mellifera appoggiati su pallet da zone colonizzate dalla formica di fuoco viene ritenuto responsabile dell’infestazione dei mandorleti della Central Valley californiana (Weeks e Drees, 2002). Container e materiali di imballaggio in legno, detriti e rifiuti associati alle attività umane, vegetazione e detriti galleggianti durante le alluvioni, veicoli che provengono da zone infestate, macchinari ed equipaggiamenti vari, terreno, sabbia e ghiaia sono ritenuti i vettori di diffusione di questa specie di formica.
S. invicta si insinua nelle radici e nei tuberi, si nutre di frutti e semi e può ricoprire i fusti dei giovani alberi di agrumi (Stewart e Vinson, 1991). Oltre a causare danni diretti alle piante, questa formica protegge dai nemici naturali e diffonde altri insetti fitofagi come gli afidi e le cocciniglie di cui consuma la melata zuccherina.
Ambienti frequentati
Si ritrova in ambiente periurbano, rurale, nei vivai e depositi di materiale per il giardinaggio. Nelle aree infestate le colonie si trovano frequentemente in prati, giardini, cortili di scuole, parchi, bordi stradali e campi da golf.
Materiali attaccati
S. invicta è una specie onnivora, si rinviene sulle piante o all’interno di esse perché è una predatrice di Artropodi fitofagi. Le operaie foraggiatrici si nutrono direttamente su certe piante e sono attratte dai nettàri presenti, ad esempio, sulle piante di cotone e di passiflora, ma anche da piante che contengono oli come l’embrione dei semi di mais e di sorgo.
Sembrano maggiormente attratte da piante in stress da siccità.
Attaccano animali da allevamento, soprattutto animali giovani, o non in forma e che quindi fanno fatica a spostarsi o animali confinati in recinti (che non hanno la possibilità di spostarsi in aree non infestate). Le formiche preferiscono le aree umide del corpo, come gli occhi, i genitali e le ferite: iniziano a pungere quando vengono disturbate, provocando lesioni che generano gonfiore ma anche cecità, o addirittura morte.
Sono state rinvenute anche nel tuorlo delle uova in cova.
Danni
Essendo una formica alinea per molti territori, viene considerata minaccia immediata per l’economia. Per esempio, in California, dove la specie è stata introdotta accidentalmente, è richiesta la quarantena dei prodotti vivaistici, in quanto l’infestante potrebbe essere accidentalmente trasportato con il terriccio in nuove aree. Questo comporta l’obbligo di trattare le piante in vaso con l’ovvio aumento dei costi di produzione. Ma non solo: rappresenta un problema sanitario per i lavoratori agricoli e per gli animali allevati poiché gli animali appena nati (soprattutto pollame e bestiame) sono vulnerabili all’attacco delle formiche. Inoltre, le formiche foraggiatrici possono intasare gli impianti di irrigazione e mandare in cortocircuito gli impianti elettrici.
Anche gli ecosistemi naturali subiscono gli effetti dannosi della presenza di questa specie, nelle aree dove è presente, come specie aliena, la fauna selvatica autoctona tende ad allontanarsi, e soprattutto i giovani uccelli nei nidi e le lucertole possono essere particolarmente vulnerabili ai suoi attacchi, così come le uova in cova.
I cumuli dei formicai alti e induriti possono interferire in alcune colture, come i campi di erba da fieno e di soia, con le operazioni meccanizzate di taglio e raccolta, oltre a inquinare il prodotto raccolto.