Descrizione morfologica
Adulto
L’adulto misura in lunghezza 1,2 – 1,7 cm, presenta il tegumento abbastanza sclerificato, di colore marmorizzato con piccole chiazze che vanno dal marrone al grigio. La forma è tipica dei Pentatomidi con primo segmento del torace di forma subtriangolare, il capo piccolo e rettangolare, le antenne lunghe di colore grigiastro con bande più chiare, formate da pochi articoli. Gli occhi sono piccoli e sporgenti. Le zampe sono piuttosto lunghe e sottili, adatte a camminare, portano robuste unghie alle estremità. Le ali anteriori, adagiate orizzontalmente sull’addome quando l’insetto non vola, presentano le due estremità membranose sovrapposte. Lateralmente all’addome, sporgente dalle ali quando l’insetto è appoggiato, vi è da ciascun lato una stretta area (area paranotale) di colore giallastro chiaro con macchie bruno-scure a intervalli regolari. Ha apparato boccale pungente succhiante.
La specie è molto simile a Rhaphigaster nebulosa, Pentatomide comune da sempre nei nostri areali.
Uovo
Le uova della cimice asiatica sono di forma ellittica, piuttosto piccole (1,6 x 1,3 mm circa), hanno una colorazione che va dal giallo chiaro al giallo rossiccio, sulla superficie del corion (“guscio”) portano delle piccole spine disposte a righe. Vengono deposte in gruppi, incollate di solito alle pagine inferiori delle foglie.
Neanide e ninfa
Le forme preimmaginali di questa specie sono di colore rosso giallastro con striature di colore nero.
Hanno apparato boccale pungente succhiante come gli adulti e si nutrono sulle stesse piante. Le dimensioni vanno da 2,4 mm circa quando si tratta di neanidi di prima età fino a 12 mm quando raggiungono la 5° ed ultima età (o 3° età ninfale), prima di diventare adulti. Presentano gli occhi di colore rosso. Le zampe, il capo e il torace sono di colore nero.
Biologia e comportamento
Gli adulti sono polifagi, si nutrono a spese di un gran numero di piante spontanee e coltivate, su cui è facile osservarli durante il giorno. Le femmine dopo l’accoppiamento in primavera-estate depongono gruppi di uova di 20-30 unità incollandole una vicino all’altra sulla pagina inferiore delle foglie. Dalle uova nascono delle piccole neanidi che attraverso 5 stadi (2 di neanide, 3 di ninfa) raggiungono l’età adulta. In autunno gli adulti cercano ripari per svernare. La durata dello sviluppo dipende dall’andamento stagionale e dalla temperatura e umidità in particolare. In genere la specie compie una sola generazione nelle aree fredde, mentre nelle aree temperate riesce a portare a termine due generazioni all’anno. Nelle nostre aree la biologia di questa specie non è ancora del tutto nota, ma si ipotizza che potrebbe compiere 2-3 generazioni all’anno.
Gli adulti posseggono, come molte altre specie di cimici, ghiandole repugnatorie che emanano un odore caratteristico e sgradevole anche quando vengono schiacciate.
Ambienti frequentati
Come riparo la specie sceglie abitazioni, magazzini, industrie, locali di lavorazioni, automezzi, stazioni ferroviarie, porti, aeroporti, ecc., creando problemi con la sua presenza di solito costituita da un numero piuttosto elevato di individui.
Materiali attaccati
H. halys attacca la vegetazione ma in autunno cerca riparo anche negli edifici per svernare.
Note
La specie è stata introdotta accidentalmente in Europa e in Italia è stata segnalata in provincia di Modena nel 2012 grazie alla cattura di un esemplare da parte di uno studente dell’Università di Modena e Reggio Emilia. La specie attualmente è diffusa in tutta Italia comprese le isole maggiori.
Danni
La cimice asiatica si nutre a spese di piante coltivate e spontanee, pungendo i tessuti e succhiandone la linfa; predilige soprattutto i frutti. è pertanto una specie legata all’ambiente esterno ma per la sua caratteristica di svernare come adulto, all’arrivo della stagione fredda cerca rifugi adatti sia in natura sia negli edifici di vario genere. Gli individui si ammassano in gran numero sulle pareti meglio esposte e possono penetrare in abitazioni, magazzini, locali industriali, sono stati rinvenuti anche in automezzi, stazioni ferroviarie, porti, aeroporti (Maistrello et al., 2017).