Descrizione morfologica
Adulto
Di colore bruno-rossastro, lungo circa 6-8 mm, ha un corpo appiattito dorso-ventralmente, di forma ovaloide; il capo, ben evidente, è molto più piccolo del resto del corpo, porta antenne sottili, formate da quattro antennomeri (segmenti antennali), dotate di organi recettori capaci di rilevare la temperatura e l’anidride carbonica (essenziali per individuare gli ospiti).
L’apparato boccale è pungente-succhiante, tipico dei Rincoti, con mandibole e mascelle modificate in stiletti, in grado di pungere l’ospite e inserirsi nei tessuti fino ad intercettare un vaso sanguigno da cui trarre nutrimento. Quando l’insetto non è in attività tiene l’apparato boccale ripiegato verso l’addome, al di sotto del corpo.
Il primo segmento del torace presenta due espansioni laterali abbastanza ampie, il secondo segmento porta le ali anteriori appena abbozzate, la specie non possiede ali posteriori e non è in grado di volare. L’addome, la parte più grande del corpo dell’insetto, non è protetto dalle ali, essendo queste, appunto, molto ridotte. L’estremità dell’addome è appuntita nei maschi. Le membrane intersegmentali dei segmenti dell’addome garantiscono un dilatamento considerevole e quindi permettono all’insetto di assumere un abbondante pasto di sangue.
Uovo
Le uova sono a forma di cilindro, leggermente incurvato, lunghe circa 1 mm e larghe 0,4 mm. Un’estremità è arrotondata mentre l’altra è dotata di opercolo (ed è da qui che emerge la neanide) e appare tronca in modo leggermente obliquo. I margini dell’opercolo sono sporgenti.
Neanide
La neanide appena schiusa dall’uovo ha dimensioni ridottissime (1,5 mm di lunghezza) ed è di colore giallo paglierino.
Le età successive assumono un aspetto molto simile a quello dell’adulto da cui in pratica, come per le ninfe, differiscono soltanto per le dimensioni (più piccole), per gli apparati riproduttori non ancora sviluppati e per l’assenza di ali.
Ninfa
Misura circa 3 mm. Presenta lo stesso aspetto dell’adulto, sono evidenti gli abbozzi alari.
Possiede un apparato boccale pungente-succhiante, nascosto dal capo, come la neanide.
Biologia e comportamento
Tutti gli stadi della cimice dei letti succhiano sangue da animali a sangue caldo, soprattutto dall’Uomo, ma in mancanza di questi si nutrono a spese di altri mammiferi e uccelli. Le cimici dei letti sono attive di notte, in particolare dopo mezzanotte e pungono l’ospite quando si riposa e durante il sonno. Le parti del corpo colpite sono soprattutto il viso, il collo, le braccia e le mani. Si nutrono una volta ogni 1-2 settimane. Il tempo impiegato per una pasto completo è di circa 5-10 minuti.
L’accoppiamento avviene una sola volta e il maschio inserisce i genitali esterni in un punto della cavità addominale della femmina, rilasciando gli spermatozoi.
La femmina depone 4-5 uova al giorno nelle cuciture dei materassi, nelle fessure, dietro agli zoccolini delle pareti, … Spesso si legge che nell’arco della vita, una femmina può deporre da 200 a 500 uova, studi recenti hanno dimostrato come le femmine abbiano un potenziale di ovideposizione decisamente più limitato (50 uova circa). Le uova schiudono in 1 o 2 settimane. Ogni stadio ha bisogno di sangue per poter passare al successivo, in caso di mancanza di cibo la specie ha capacità di sopravvivere per periodi anche molto lunghi (più di un anno).
Gli adulti vivono per molto tempo (6-12 mesi).
Il corpo, fortemente schiacciato, permette all’insetto di infilarsi ovunque, anche in fessure molto piccole.
Quando l’insetto non si nutre rimane nascosto nelle fessure, poiché rifugge la luce e ama i posti molto stretti, è molto difficile individuarne la sua presenza.
Generalmente nei luoghi di riposo adulti e stadi preimmaginali convivono, stimolati dai feromoni di aggregazione e dal contatto fisico.
Quando si sentono minacciati emettono un feromone di allarme che provoca la dispersione allo scopo di sfuggire il pericolo.
Negli ambienti infestati si rileva un odore dolciastro.
I fattori limitanti per lo sviluppo di infestazioni enormi di cimici sono la temperatura e la presenza di ospiti, mentre l’umidità non gioca un ruolo così importante perché la specie ne tollera range molto ampi (10%-70%), anche se gli stadi giovanili sono più suscettibili degli adulti.
A 30 °C Cimex lectularius completa il ciclo in poco più di un mese.
Al di sotto dei 13 °C il ciclo vitale si interrompere così come al di sopra dei 37 °C (ma l’insetto non muore).
Ambienti frequentati
L’insetto non è dotato di particolari strutture morfologiche per aggrapparsi agli esseri umani (come avviene per esempio nei pidocchi, con zampe modificate atte ad afferrare i capelli) pertanto le cimici infestano i luoghi frequentati dalle persone ma non si trovano mai sul corpo di queste. Si annidano su capi di abbigliamento, lenzuola, coperte e tramite questi vengono diffuse in altri ambienti; sono in grado di trovare rifugio, ad esempio, nei mobili, dietro alla carta da parati, mentre non amano superfici di plastica o metallo.
Abitazioni, hotel, ostelli, treni, navi sono gli ambienti in cui la cimice dei letti trova anfratti adatti in attesa del pasto di sangue.
L’infestazione è rilevabile dalla presenza degli insetti stessi e dalle macchie fecali sui materassi e nelle crepe. Si tratta di piccole macchie raggruppate, di colore marrone-nerastro, costitute da sangue digerito.
Materiali attaccati
Le cimici dei letti pungono l’Uomo per nutrirsi del sangue, in tutti gli stadi.
Note
Reinhardt e Siva-Jothy (2007) spiegano la presenza delle cimice dei letti così abbondante negli ultimi tempi e in espansione, non solo per l’aumento esponenziale del traffico aereo turistico e merceologico ma anche probabilmente per l’incapacità di riconoscere questo insetto da parte dei cittadini del mondo occidentale. Un altro fattore chiave, a giustificazione dell’aumento vertiginoso delle infestazioni di cimici, potrebbe essere la resistenza ai vari tipi d’insetticidi che le cimici dei letti hanno manifestato nel corso del tempo: sono note resistenze nei confronti di piretroidi, ma anche di carbammati e recentemente di organo-fosforici (Kilpinen, Kristensen, & Jensen, 2011) (Tawatsin, et al., 2011).
Al fine di verificare la presenza di cimici, soprattutto quando l’infestazione è bassa, sono stati utilizzati cani addestrati, così come hanno dimostrato una certa efficacia trappole a CO2 e calore.Sono noti i feromoni di aggregazione e di allarme.Nell’applicazione di protocolli IPM si possono utilizzare dei predatori (Rincoti Antocoridi) per contenerne le popolazioni.
Danni
Le cimici dei letti appartengono al gruppo di insetti direttamente dannosi all’Uomo.La puntura, di per sé, è indolore ma provoca lesioni eritemato-edematose che in alcuni casi possono assumere carattere preoccupante. Congiuntiviti, riniti e asme bronchiali sono state segnalate su individui che hanno soggiornato in ambienti particolarmente infestati, causate da allergeni prodotti dalle cimici.Parecchie persone, dopo numerose punture, hanno dimostrato l’insorgenza di ipersensibilità.In molti casi si osserva la persistenza delle lesioni, accompagnate da forte prurito; questo porta i soggetti colpiti a grattarsi, peggiorando la situazione, in quanto si possono manifestare infezioni batteriche secondarie.Dagli studi effettuati emerge come le punture delle cimici non siano responsabili di trasmissioni di patogeni per l’Uomo.I sintomi da punture sono generici e non immediatamente ricollegabili a questi insetti, quindi spesso si fatica a individuarne la vera causa.